Nella regione di Umm Al-Kabaab di Apidos, a Sohag, gli archeologi scoprono qualcosa di eccezionale. Nella zona dell’Egitto centrale si stava muovendo una troupe di archeologi austriaci, tedeschi ed egiziani, a lavoro sulla tomba della regina Maret Neth. La scoperta di alcuni barattoli ancora sigillati contenti vino e chicchi d’uva praticamente integri ha sbalordito tutti.
All’interno della tomba si trovava infatti un’enorme collezione funebre con una grande serie di barattoli chiusi. L’apertura degli stessi ha scosso ed emozionato gli studiosi. Immaginate l’emozione di trovare al suo interno del vino ormai andato a male (a differenza del vino di Spira). Immaginate la voglia di saggiarlo? Oltre a questo, erano presenti anche degli acini d’uva rinsecchiti, ma splendidamente conservati.
Si trattava, più precisamente, di vinaccioli, ovvero semi d’uva che servivano per la vinificazione. Il tutto era conservato in contenitori di ceramica. Proprio questi dovrebbero essere i principali protagonisti della scoperta perché hanno garantito il mantenimento in ottime condizioni dei loro contenuti.
Il direttore dell’Istituto tedesco del Cairo, Dietersh Rao, commenta la scoperta dicendo che si possono estrapolare moltissime informazioni sulla vita quotidiana e sugli usi e costumi dell’antico regno della regina Maret Neth. Lo studio di iscrizioni e targhe presenti in un cimitero vicino aiuta inoltre a capire che proprio la sovrana aveva un grande ruolo amministrativo nella società dell’epoca. Pare gestisse direttamente una serie di compiti e di uffici governativi.
Una vera e propria donna in carriera dell’epoca insomma. La sua importanza è direttamente proporzionale a quella della sua sepoltura. La sua tomba è costruita infatti con argilla, mattoni grezzi e pezzi di legno. Del suo corredo funerario si è detto già sopra, ma anche questo era molto ingente ed importante.
Magari i suoi sudditi e chi la seppellì si augurava che anche dopo la vita potesse bere qualche bicchiere di vino. I contenitori pieni ci confermano che non ne toccò, ma almeno ora possiamo studiarlo noi e scoprire se il loro vino è meglio di quello odierno.