Sentire la parola Colosseo porta la nostra mente subito verso Roma, l’Italia e la grande storia dell’Impero Romano. Oggi però vi portiamo molto più lontano, più precisamente nel Parco nazionale e Riserva di Denali, in Alaska. Anche qui infatti è emerso un Colosseo, definito Colosseo dei dinosauri.
La scoperta è sensazionale, e dietro come al solito c’è un grande lavoro archeologico. Sono emersi fossili antichissimi, addirittura del tardo Cretaceo, ovvero 70 milioni di anni fa. Altro elemento da tenere a debita considerazione è che i fossili rappresentano diverse generazioni di dinosauri e queste forniscono molte conoscenze nuove su tali spettacolari giganti del passato.
Ma lo sappiamo che tutti vi starete chiedendo una sola cosa: perché il nome “Colosseo”? La risposta sta nella conformazione morfologica del sito archeologico. Oltre 150 metri di sito di scavo con dei gradoni naturali. I vari strati di roccia paiono disporsi proprio come gli spalti dell’Anfiteatro Flavio.
Questi grandi gradini naturali erano dei sedimenti di terreno. Probabilmente si trattava di un terreno pianeggiante, levigato poi dallo scorrere inarrestabile del tempo. La zona, suppongono gli studiosi, era forse quella con un corso d’acqua dove si abbeveravano i colossi della terra.
Il gruppo di archeologi e ricercatori proviene dall’Alaska Fairbanks University, e uno di loro, Dustin Stewart, afferma che si tratta di un grandissimo nonché importantissimo rinvenimento. Precisa il ricercatore che fino ad ora vi erano già degli scavi importanti nella zona ma nessuna di questa dimensione ed importanza.
In effetti, oltre ai numerosi fossili, emersero dagli scavi altri elementi degni di nota. Piante fossilizzate, resti di molluschi ed altri animali di acqua dolce e granelli di polline rappresentano un ulteriore grande ricchezza archeologica tutta da studiare. Con la classica speranza di ridurre le domande e aumentare le risposte su questi fantastici giganti che abitarono la terra prima di noi.