Nato il 3 ottobre del 1926 nella città di Meißen, in Sassonia, Karl-Heinz Rosch è il classico ragazzo tedesco appena maggiorenne catapultato in un contesto bellico senza senso. Costretto al servizio militare, il giovane viene assegnato al reggimento d’artiglieria Fallschirmjäger nell’estate del 1944.
Di stanza a Goirle, nei Paesi Bassi, Rosch vive insieme ai suoi compagni una situazione particolare. Gli Alleati, dopo lo sbarco in Normandia, avanzano senza sosta. Ormai è solo questione di tempo prima che li raggiungano. Il battaglione di Rosch è in difficoltà, perché senza munizioni e con le vie di comunicazione sempre più ostruite; l’unico luogo che può offrire una sorta di riparo è una fattoria nei pressi di Riel, non lontano dalla cittadina di Goirle. Le già citate problematiche si palesano in tutta la loro ferocia il 6 ottobre del ’44.
L’artiglieria alleata, consapevole della posizione di Rosch e degli altri, apre il fuoco. Granate cadono a pioggia nei dintorni della fattoria. Il giovane ragazzo originario di Meißen, che aveva trascorso gli ultimi giorni in compagnia di due bambini del posto, pensa immediatamente a loro. Il soldato corre all’esterno, dove si trovavano Jan e Toos Kilsdonk, di 4 e 5 anni, inermi di fronte ad una situazione tanto confusa. I ragazzini finiscono sotto le braccia di Rosch, il quale riesce a portarli in salvo nella cantina.
Ma il 18enne ha lasciato la sua arma all’esterno e deve correre a riprenderla. L’intento gli è fatale. Un’esplosione lo coinvolge, uccidendolo sul colpo. Sappiamo tutti come la guerra sia andata a finire, quello che non sappiamo è che la storia di Karl-Heinz Rosch è rimasta insabbiata per più di 60 anni. Sì, perché (anche se si è capito) abbiamo omesso un dettaglio: il ragazzo deceduto tre giorni dopo il suo 18° compleanno serve la Luftwaffe, è un “cattivo” nazionalsocialista; si trova nella parte sbagliata della barricata.
Eppure Rosch ha agito, sacrificandosi, per salvare la vita di due bambini. Magari perché più sensibile, forse perché l’istinto umano consigliò di farlo. E noi, che viviamo in una società sempre più polarizzata, siamo abituati a vedere il mondo a tinte chiare o scure. Ecco, l’azione di quel 18enne con la divisa cenerina e con le spille della Luftwaffe rientra nella classica scala di grigi che contraddistingue l’operato dell’uomo su questo pianeta.
Karl-Heinz Rosch è un eroe dimenticato, o meglio, un eroe scomodo da ricordare. Nel novembre del 2008 è stata eretta, nei pressi della fattoria di Riel, una statua in suo onore. Ovviamente non sono mancate proteste e polemiche di ogni genere. Sottolineiamo come sia l’unica statua al mondo a commemorare un soldato tedesco durante la seconda guerra mondiale. Concludiamo con una frase incisa sulla targa situata sul piedistallo: “questo monumento è dedicato a Rosch e a tutti coloro i quali, nonostante la malvagità, operano nel bene”.