In Norvegia occidentale è avvenuta in questi giorni quella che è considerata la più grande scoperta inerente l’Età del Bronzo del Paese degli ultimi 100 anni. La scoperta in questione riguarda una tomba a scatola di pietra e può aiutare a comprendere meglio come l’agricoltura sia giunta, millenni orsono, in questa remota regione.
Gli studiosi parlano del 3950 a.C. come data di possibile arrivo dell’agricoltura in Norvegia. Questa contribuì sicuramente allo sviluppo della società e alla gerarchizzazione sociale. Come infatti ricorda Jared Diamond, le società che si sono sviluppate più velocemente, tra i molti fattori esaminati, hanno goduto soprattutto delle condizioni favorevoli concesse dall’utilizzo dell’agricoltura.
Ciò che più entusiasma gli archeologi sono le condizioni di conservazione dei resti. Le dimensioni della sepoltura sono inoltre molto ampie. Si parla di circa 4 metri di lunghezza per due di larghezza. Per quanto riguarda la datazione della tomba e dei resti, gli studiosi la collocano a circa 4.000 anni fa.
Dall’analisi dei resti molti elementi posso essere chiariti: età del defunto, la zona di provenienza e novità sui modi di trasporto del tempo. I primi insediamenti nell’area risalgono a circa 10.000 anni fa, quando le calotte polari si ritirarono e le prime persone approdarono in Norvegia.
Si trattava di una società originariamente di cacciatori-raccoglitori, che viveva di raccolta di frutti di mare e caccia di selvaggina. Intorno al 5000-4000 a.C. tuttavia iniziano a sorgere i primi insediamenti stabili vicini al fiordo di Oslo. Si trattava di un cambiamento epocale che segnalava il totale stravolgimento dei modi di vita ed il passaggio all’agricoltura.
Il ritrovamento odierno può aiutare a capire come questo importante tassello di cambiamento si sia innestato nella società dell’epoca. Inoltre sarebbe davvero importante capire come da società nomadi di cacciatori-raccoglitori si passò a società stabili di agricoltori. Attendiamo dunque nuove importanti pagine di storia.