Nel luglio del 1986, John Calhoun, scienziato del National Institute of Health di Bethesda, nel Maryland, decise di intraprendere un curioso esperimento, chiamato Universo 25. Costruì un recinto quadrato, all’interno del quale posizionò 8 topi e semplicemente osservò cosa accadeva nel tempo. John non ancora lo sa, ma il suo esperimento cambierà per sempre la visione del mondo, influenzando il pensiero di etologi, psicologi e studiosi da ogni parte del mondo.
I topi vengono semplicemente inseriti all’interno delle gabbie: non devono difendersi da predatori o procurarsi cibo; sono protetti dalle malattie, dal caldo e dal freddo. Questa gabbia, chiamata appunto Universo 25, è uno spazio orizzontale, costituito da tante nicchie disposte nei muri verticali, raggiungibili dai topi grazie a delle griglie di ferro saldate sulle pareti. Le nicchie sono collegate da 4 tunnel e sono complessivamente 256. Lo spazio avrebbe potuto potenzialmente ospitare 3.800 topi. Qui dentro dovevano semplicemente mangiare e riprodursi.
E questo accade. Il numero di animaletti comincia a crescere vertiginosamente: raddoppia ogni 2 mesi fino a raggiungere 620 unità nell’agosto del 1969. Dopo 560 giorni dal giorno 0, Universo 25 raggiunge il massimo della popolazione. Successivamente però si osserva un inversione di marcia. La quantità di topi nella gabbia supera di gran lunga il numero dei ruoli sociali disponibili, oltre al fatto che alcuni di loro iniziano a comportarsi in maniera strana. Alcuni cominciano ad essere aggressivi, altri diventano pansessuali, le femmine si rifugiano nei nidi più alti portando con sé i piccoli, che però non sono in grado di proteggere. Addirittura il tasso di mortalità quest’ultimi raggiunge il 96%.
Altri esemplari, definiti da John ”i belli”, non si preoccupano di nulla, se non di mangiare e lisciarsi il pelo. È qui che esplode la violenza, il pansessualismo e il cannibalismo, fino al collasso dell’Universo 25. Dal 600esimo giorno la popolazione si riduce progressivamente fino al termine dell’esperimento, nel 1973, quando la società di topi si estingue completamente. Le cause del collasso erano principalmente la mancanza di ruoli nella società, la mancanza di esigenze e la sovrappopolazione.
Nel 1973 Calhoun pubblicò la sua ricerca intitolata Death Squared: The Explosive Growth and Demise of a Mouse Population. Nell’elaborato lo scienziato usò termini poco accademici (come ”fogna del comportamento’‘, termine coniato da lui stesso), ma in grado di trasmettere in maniera chiara e diretta il messaggio: “Non importa quanto sofisticato l’uomo creda di essere, una volta che il numero di individui in grado di ricoprire un ruolo sociale supera largamente il numero di ruoli disponibili, la conseguenza è la distruzione dell’organizzazione sociale“.
Gli scienziati di tutto il mondo rimasero sbigottiti e anche spaventati dai risultati della ricerca, soprattutto perchè tra gli anni ’60 e ’90 ci fu un boom demografico non indifferente. Nessuno aveva un’idea, fino a quel momento, su quali potessero essere le conseguenze di una crescita demografica così importante e cosa questo avrebbe comportato. Sicuramente, il sovraffollamento è una problema che riguarda tutti ancora oggi e le conseguenze, forse, spaventano più di prima.