Scendendo la splendida scalinata marmorea che conduce alla sala grande di Palazzo Colonna, a Roma, vi imbatterete sicuramente in uno strano oggetto, che poco sembra aver a che fare con il contesto sfarzoso e nobiliare che vi circonda. Una palla di cannone, ecco cosa vedono i vostri occhi tanto curiosi quanto, probabilmente, confusi. La domanda sorge spontanea: cosa diamine ci fa una sfera di ferro conficcata in una bella scalinata di marmo?
Per quanto sembri stonare, la palla di cannone si trova esattamente dove la storia ha voluto che si trovasse. Chi l’ha lasciata lì, vuole raccontarvi qualcosa, sfruttando il grosso proiettile ferreo come simbolo. Noi agiremo allo stesso modo, con l’unico discrimine di non essere stati noi a lasciare l’oggetto in quel punto, ma forse si era inteso. Tornando a noi, per comprendere il senso di tutta l’introduzione, dobbiamo fare un passo indietro nel tempo, rivivendo gli anni ottocenteschi in cui l’Europa tutta era in fermento rivoluzionario.
La lunga scia del Quarantotto aveva toccato anche Roma, dove nel 1849 si era instaurata la Repubblica, una volta cacciato l’allora Papa Pio IX. Gli stessi protagonisti della storia risorgimentale resero realtà il sogno repubblicano nella città eterna. Ma l’esperienza rivoluzionaria propugnata soprattutto da Mazzini ebbe, come ben sappiamo, vita breve.
Nel novembre del 1848 il Papa fuggì; nel febbraio dell’anno successivo nacque la Repubblica Romana. Durante l’arco di tempo tra i due eventi, Pio IX cercò un punto d’accordo con la Francia di Luigi Napoleone Bonaparte, futuro Napoleone III, per riappropriarsi del potere nell’Urbe. Che poi – piccola digressione – abbiamo sempre trovato quantomeno buffo il fatto che siano stati i francesi a stroncare la rivoluzione romana, una rivoluzione mossa dagli stessi ideali che mezzo secolo prima avevano scatenato il putiferio dalle parti di Parigi.
Quindi il pontefice, con l’ausilio delle truppe francesi guidate dal generale Oudinot, passa al contrattacco. Gli scontri si infiammano soprattutto nella zona del Gianicolo, dove combattono anche Garibaldi e i suoi. Dal colle partono numerosi colpi di cannone in direzione degli obiettivi strategici, almeno sulla carta. Sì, perché il più delle volte questi colpi finivano un po’ dove capitava. Guarda caso una palla di cannone sfondò il tetto di Palazzo Colonna, conficcandosi nella scalinata di marmo.
Proprio come si infranse parte della gradinata, venne ad infrangersi il sogno repubblicano di Roma nel mese di luglio 1849. Pio IX riprese le redini della città, ma il soglio pontificio non sorrise per molto altro tempo. Una palla di cannone ci può dire tutto questo, ed è giusto che se ne stia lì, conficcata, a farvi venire mille domande per la testa, domande che se trovassero una degna risposta, allora potrebbero tramutarsi in occasioni per amare la storia.