Durante i lavori per la costruzione di un nuovo impianto di depurazione, nella valle del Tagliamento, nel territorio di Forni di Sotto, un gruppo di ricercatori ha individuato una necropoli imperiale. La scoperta è avvenuto sotto la sorveglianza dell’archeologo Alexej Giacomini. Insieme a lui, la direzione scientifica del funzionario archeologo Roberto Micheli per la soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.
Si tratta di una necropoli romana costituita da piccole buche, contenenti vasi ossuari in ceramica, dove si deponevano le ossa dei defunti. Insieme a queste, vi erano altri oggetti del corredo funebre, come monete e coppe sempre in ceramica. Alcune di queste tombe risultavano già danneggiate parzialmente nella parte superiore, a causa dei lavori agricoli svolti in loco. Tuttavia, grazie ad alcune sepolture meglio conservate si è potuto datare la necropoli tra il I-III secolo d.C., nel corso dell’età romana imperiale.
La necropoli viene suddivisa in due distinte aree. In una delle due gli archeologi hanno ritrovato 4 tombe a incinerazione indiretta. Questo vuol dire che i defunti erano cremati in luoghi differenti da quello della sepoltura.
Inoltre in almeno tre tombe i vasi ossuari erano ricavati da anfore del tipo “Forlimpopoli“. Queste servivano inizialmente per trasportare il vino. Successivamente, quando non potevano più essere utilizzate a questo scopo, le usavano per contenere le ossa e le ceneri dei defunti.
La scoperta della necropoli sembra rafforzare l’ipotesi dell’accademico Michele Gortani (1883-1966), secondo il quale vi erano insediamenti romani nella zona di Forni di Sotto. Egli affermava che la toponomastica di alcuni luoghi, ad esempio Vico e Baselia, ricordava alcuni termini latini come vicus e basilicum.
Le sepolture portate alla luce confermano questo dato e la presenza di un insediamento romano nell’alta valle del Tagliamento. Probabilmente questo nacque come punto di controllo della viabilità antica verso la valle del Piave.