Ogni grande capitale del continente europeo (e non solo, ovviamente) ha avuto in passato dei sistemi di difesa formidabili: mura impenetrabili, enormi fossati, barriere naturali di ogni genere e così via. Costantinopoli, per circa un millennio, si servì invece di una catena. Può sembrare una battuta e vorremmo tanto lo sia, ma è la pura, sconvolgente, strabiliante verità.
Tutto però ha bisogno di un’inquadratura: la conformazione della capitale bizantina è peculiare, e fin qui non ci sono dubbi. Il cosiddetto “Corno d’oro” è un estuario naturale bagnato dal mare situato sul continente europeo. Questa lingua di terra rappresentava per Costantinopoli un punto vantaggioso quando si trattava di intercettare le rotte commerciali, ma anche un gravoso svantaggio quando si parlava di guerra e invasioni via mare.
Per un eventuale esercito nemico, entrare nell’insenatura che si affaccia sul Corno d’oro, poteva significare un grandissimo vantaggio tattico da poter sfruttare in ottica di una capitolazione bizantina. Questo, nell’immensa e ricchissima città, lo sapevano un po’ tutti. Per ovviare al problema si ricorse a una catena. Pensare a una semplice catena non aiuta nell’incutere terrore. Tuttavia, nel momento in cui ci immaginiamo una catena lunga più di 750 metri (distanza del punto più largo dell’estuario) tutto cambia.
Questa impenetrabile difesa partiva dalla Grande torre per poi giungere alla Torre di Sant’Eugenio. La barriera ferrea era enorme e poteva contare su 9 “sprofondi”, ovvero i punti più bassi che la curvatura della catena a riposo raggiungeva. 9 sprofondi significano matematicamente 10 supporti posti in acqua (palizzate in legno con piaste in ferro come supporto). Delle volte la catena poteva poggiare su galleggianti, rendendola mobile e quindi più efficace nella difesa dell’insenatura.
Dai dati tecnici passiamo a quelli storici: ha mai funzionato questa difesa? La risposta è “Ni”. Ci spieghiamo: gli assalti riusciti a Costantinopoli si contano sulle dita di una mano. I più noti, se vogliamo, sono quelli del 1204 da parte dei crociati (anche se la strategia d’attacco non prevedeva il confronto con la grande catena del Corno d’oro) e quello del 1453 da parte ottomana. Soffermiamoci su quest’ultimo.
Gli ottomani di Mehmed II, consci delle difficoltà che avrebbe comportato il superamento della catena, decisero di attuare una strategia che già in passato aveva funzionato. Imitando quanto fatto da Igor di Kiev nel 940, gli ottomani riuscirono a “scavalcare” la catena. Essi trasportarono parte della flotta navale sulla terraferma e di nuovo in mare. La mossa ebbe successo, ma è indicativo il fatto che una catena abbia difeso Costantinopoli per più di un millennio senza che nessuno riuscisse, attraverso qualche stratagemma, a distruggerla.