Un gruppo di archeologi, che hanno lavorato nel sud dell’Inghilterra, hanno scoperto i resti di un mulino ad acqua risalente al Medioevo. Il merito della scoperta si deve alla ”Cotswold Archaeology”. Il tutto condotto nell’ambito dei lavori per il progetto HS2. l mulino ad acqua, che ha continuato a funzionare fino all’inizio del XIX secolo, è stato al centro delle ricerche della Buckinghamshire Archaeological Society. Questa intensissima attività di ricerca che portato alla luce una nozione molto interessante: il sito si trovava registrato all’interno del Domesday Book (compilato nel 1086). Il nostro mulino medievale è quindi molto antico. Ma pare che questa proprietà iniziò a svilupparsi già dal 949.
Le testimonianze storiche indicano che l’attività del sito è continuata per tutto il periodo medievale e che il modello di gestione dell’acqua e dei prati è rimasto invariato sicuramente fino al 1638 ma gli studiosi non escludono che questo modello si sia esteso anche più in là, cronologicamente.
Il mulino medievale è raffigurato per la prima volta sulle mappe storiche all’inizio del XVII secolo e cadde in disuso nel 1825; l’edificio associato continuò a essere occupato fino all’inizio del XX secolo prima di essere raso al suolo negli anni Quaranta dello stesso.
L’insieme dei manufatti recuperati al suo interno ci suggeriscono che l’attività della struttura fino all’età moderna fosse molto intensa. La struttura originaria nel corso del tempo ha subito ampliamenti ed adeguamenti. Gli archeologi hanno potuto delineare una mappa che ci indica la storia del mulino in tutte le sue fasi, dalla più antica alla più recente. Nonostante la demolizione abbia lasciato dei danni praticamente indelebili, possiamo ancora distinguere i resti di due stanza che si trovavano al centro dell’edificio. La struttura era una commistione di diversi materiali: pietra, argilla, legno, che convivevano insieme. Proprio a dimostrare la grande stratificazione di cui questa struttura era portatrice.