Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, gli Alleati imbastirono a Norimberga un processo per giudicare le atrocità commesse dalla Germania nazionalsocialista. Tuttavia, alcuni responsabili diretti riuscirono a fuggire e ad evitare il verdetto. Fra questi troviamo Adolf Eichmann, considerato uno dei maggiori responsabili materiali della Shoah. Pur non essendo un gerarca di primo piano, egli aveva il compito fondamentale di organizzare il traffico ferroviario per il trasporto degli ebrei verso i campi di concentramento.
Grazie ad alcuni documenti falsi, Eichmann era riuscito a fuggire in Argentina con la famiglia, vivendo lì nascosto sotto falso nome. A Buenos Aires, dove risiedeva con la famiglia, il figlio aveva iniziato a frequentarsi con una ragazza ebrea-tedesca, figlia di un sopravvissuto ai lager. Nessuno dei due ragazzi conosceva bene la storia delle rispettive famiglie. Il figlio di Eichmann si presentò con il vero cognome, accennando anche molto vagamente alle attività del padre. La ragazza riferì ciò al padre, Lothar Hermann, il quale, sconvolto, allertò immediatamente il Mossad, i servizi segreti israeliani nati nel 1949.
Si mise quindi in atto la macchina del Mossad. Grazie ad altri informatori, si assicurarono che si trattasse davvero del gerarca fuggito e quindi organizzarono la cattura. Una squadra di agenti segreti israeliani guidata da Rafi Eitan si recò in incognito in Argentina. Gli tesero una trappola dinnanzi casa sua: si appostarono in automobile, inscenando un guasto al motore. “Un momentito, señor” fu la frase che Peter Malkin pronunciò verso il gerarca. Non appena si fece più vicino, Eichmann fu catturato, caricato sull’auto e nascosto in un luogo segreto, in attesa dell’estradizione.
Gli agenti del Mossad lo condussero quindi a Gerusalemme, dove si tenne il celebre processo sotto gli occhi del mondo intero. Non potendo negare il suo coinvolgimento nell’Olocausto, il gerarca impostò la sua difesa sostenendo di essersi limitato ad eseguire gli ordini, come qualunque soldato. Ovviamente, ciò non fu sufficiente e Eichmann ricevette la pena capitale per impiccagione. Morì il 1° giugno 1962 a Ramla, vicino Gerusalemme.