Questa scoperta da brividi arriva dall’Oriente: chi ordì il massacro in Cina perpetrato circa 2.000 anni fa a danno di questi soldati della dinastia Han? La scoperta dei resti di questi soldati risale a qualche anno fa. Vicino alle fortificazioni settentrionali della Grande Muraglia, infatti, dissotterrarono i resti scheletri di almeno 17 persone, assassinate in modo grottesco. Le vittime erano state picchiate, smembrate e decapitate (non è ben chiaro se prima o dopo la morte). E adesso, grazie alle nuove tecnologie, le domande che circondavano questo massacro hanno finalmente una risposta.
La storia del massacro in Cina dei soldati della dinastia Han

Grazie alle moderne tecniche, adesso sappiamo che quei corpi appartenevano a soldati dell’esercito della dinastia Han. Probabilmente li uccisero alcuni guerrieri della steppa mongola, antenati degli Unni. La data del massacro risale è stimata fra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., periodo durante il quale i cinesi e le popolazioni della steppa erano ai ferri corti per ottenere la supremazia in Asia orientale.
In realtà, sin dall’inizio, gli archeologi erano sicuri che quei resti appartenessero a guerrieri uccisi durante uno dei numerosi conflitti collegati alle guerre Han-Xiongnu. Si trattava di una serie di scontri violenti e battaglie che si susseguirono senza fine fra la dinastia cinese Han e l’impero nomade Xiongnu. Le due fazioni andarono avanti a combattere per qualcosa come 222 anni, dal 133 a.C. all’89 d.C. In pratica, a confronto, la guerra dei Cent’anni europea era una lite di condominio.
All’epoca, però, i ricercatori non riuscirono a stabilire l’identità delle vittime. Grazie alle nuove tecniche di analisi del DNA adesso sappiamo a chi appartenevano quei resti. In uno studio pubblicato sul Journal of Archaeological Science, ecco che è spiegato come le vittime fossero soldati della dinastia Han, uccisi in maniera macabra e crudele da un distaccamento Xiongnu che non fece prigionieri.
Alexey Kovalev, autore principale dello studio e ricercatore presso l’Istituto di archeologia dell’Accademia russa delle science, ha spiegato a Science che, probabilmente, i soldati erano inginocchiati o sdraiati quando li uccisero. Una vittima era sdraiata sulla schiena e cercava di proteggersi con le mani. Ma le sue braccia e gambe furono recise.

Ma questi soldati furono solamente alcune delle innumerevoli vite perse durante questi 222 anni di guerra. Se ve lo state chiedendo, poi, alla fine furono i Xiongnu ad avere la peggio, venendo del tutto sconfitti. Tuttavia alcuni di loro fuggirono a ovest e i loro discendenti sarebbero poi diventati gli Unni di Attila.
Tornando ai soldati, gli archeologi, mentre esaminavano la zona di Bayanbulag, notarono alcune ossa che sporgevano dalla riva di un fiume. Scavando, trovarono una fosse comune piena di resti umani, molti dei quali riportavano segni di morte violenta. Le analisi effettuate sui resti non solo hanno dimostrato che questi individui avevano legami genetici con le popolazioni del bacino del Fiume Giallo in Cina, ma anche che la loro dieta era basata su carne e vegetali, modello tipico della società Han. Gli Xiongnu, invece, si nutrivano soprattutto di carne e latticini.

Molto probabilmente gli Xiongnu tesero un’imboscata ai soldati Han, massacrandoli nei pressi della fortezza perduta di Shouxiangcheng. Quest’ultima è spesso nominata negli antichi documenti cinesi, ma non si sa dove sorgesse effettivamente.
Possibile che i soldati stessero svolgendo un normale giro di pattuglia e non fossero particolarmente attenti a eventuali imboscate, essendo vicini alla loro fortezza. Così di cui gli aggressori potrebbero aver approfittato.