Immaginate di leggere un romanzo ambientato in uno dei frangenti più caldi della Guerra Fredda. Il protagonista è un gatto-robot creato dalla CIA per spiare le conversazioni russe a superare gli storici rivali. Bene, ora smettete di immaginare e continuate a leggere questa tragicomica storia realmente avvenuta a partire dal 1961, perché a volte la storia, quella accertata e documentata, supera anche l’immaginazione più estrosa.
Dicevamo dunque della Guerra Fredda e del 1961, uno dei suoi anni più importanti. Nella notte tra il 12 e il 13 agosto nasceva l’iconico Muro di Berlino; Kennedy diceva, nello stesso periodo, che era ora di mostrare il reale potere degli USA in Vietnam; Lo Sputnik arrivava in orbita 4 anni prima e Gagarin, il primo astronauta della storia, partiva in quello stesso anno. Insomma, gli States non erano proprio in vantaggio sull’URSS.
E cosa si fa quando si è in svantaggio? Semplice, si cerca di copiare o di capire cosa facciano gli avversari. Nasceva qui, in questo contesto, la malsana idea di trasformare un gatto in una spia. L’ambientazione della nostra spy story è tutta americana: l’obbiettivo dello spionaggio alternativo era infatti l’ambasciata russa a Washington. Qui un cittadino americano non sarebbe mai entrato facilmente, ma un gatto americano? Beh, quello forse sì.
Un uomo non conosciuto della divisone scienza e tecnologia della CIA ebbe così la “fantastica” idea: nasceva il progetto “Acoustic Kitty“. Il problema era ora mettere materialmente un ricevitore ed un trasmettitore dentro un gatto. All’epoca infatti non si trattava di apparecchietti trasparenti e impercettibili, tutt’altro. Ma se c’era una cosa che di sicuro non mancava all’agenzia segreta americana erano i soldi.
Cominciava un progetto lungo 5 anni e che costò ben 20 milioni di dollari (che all’epoca valevano molto di più rispetto ad oggi n.d.r.). Alla fine venne “creato” un gatto con un microfono nel canale uditivo, l’antenna lungo la spina dorsale e le batterie nel ventre. Un Frankenstein felino praticamente usciva dai laboratori CIA pronto a spiare i russi. Fortemente addestrato anche nel gestire l’appetito e parzialmente condizionato dai movimenti grazie a degli ultrasuoni, tutto sembrava perfetto.
Ed ecco che il gatto-robot affrontava la sua prima missione: spiare una conversazione tra due uomini seduti su una panchina. Tutto sembrava perfetto, immaginate la scena con una musichetta epica in sottofondo. Non appena il felino scese in strada però qualcosa andò storto, moooolto storto. Un taxi infatti lo investì, uccidendo sogni e speranza di molti burocrati e politici americani. Un investimento da 20 milioni morto investito: ecco uno dei più grandi fallimenti della CIA degli ultimi 70 anni.