Tra una cappella e una tomba, all’interno del cimitero Père-Lachaise di Parigi (che ospita alcune tra le spoglie più abusate di sempre…) si erge un obelisco, fatto realizzare nel 1833 dalla Société entomologique, ovvero la Società Entomologica francese, in memoria di Pierre-André Latreille. L’incisione è tanto semplice quanto azzeccata: “Necrobia ruficollis Latreillii salvator” – “Necrobia ruficoliis, salvatore di Latreille”.
Se siete entrati qui, come minimo avete già letto il titolo, quindi facciamo poco i misteriosi e andiamo dritti al sodo. Latreille ebbe salva la vita grazie ad un esemplare di Necrobia ruficoliis, cosiddetto coleottero dal dorso rosso. L’incisione sull’obelisco si ricollega all’episodio più significativo della vita dell’entomologo, episodio datato 1793, nel bel mezzo dell’inferno rivoluzionario francese. Prima però due parole contate sulla vita di Latreille, giusto per farci un’idea del tipo.
Pierre-André nasce nel 1762 e subito conosce l’abbandono della madre. Un trauma, è vero, ma suo padre gli resta accanto, garantendogli una buona educazione e mandandolo a studiare a Parigi. Nella capitale entra in seminario, pur coltivando la sua più grande passione: gli insetti. Questa si ricollega ad un altro campo di grande interesse per il nostro protagonista, la botanica. Gli studi in tali branche permettono a Latreille di fare la conoscenza di nomi illustri come Jean-Baptiste de Lamarck, grazie al quale si iniziò a parlare in un certo modo della teoria evolutiva.
Pierre-André Latreille sarà anche un tipo sveglio, ma decide di farsi prete (pur non esercitando le funzioni) proprio nel momento sbagliato. Eh sì, perché nel 1789 crolla l’antico regime e la Rivoluzione si abbatte contro tutto e tutti, compreso l’ordine ecclesiastico. Latreille decide di non giurare fedeltà allo Stato e lo Stato lo punisce con l’incarcerazione nel penitenziario di Bordeaux. Siamo nel 1793. In questo luogo, in questa data, accade l’impensabile. Durante una una delle visite da parte del dottore di servizio, l’ormai condannato a morte Latreille scova, in un angolo della sua angusta cella, un coleottero. Stupito come non mai, dice al medico come quello sia un esemplare di Necrobia ruficoliis.
Il medico, che probabilmente non aveva di meglio da fare quel giorno, chiede conferma di quanto detto dal prete-entomologo. Così porta il coleottero da un esperto in materia, tale Jan Baptiste Bory de Saint-Vincent, che di anni ne ha 15, ma non solo conosce come pochi altri l’ambito in cui si muove, ma mangia a colazione gli studi e le ricerche di Latreille. Una sorta di fanboy. Jan Baptiste conferma e per qualche ragione il medico riesce a far scarcerare il fortunatissimo Latreille. Per la cronaca, l’intero settore di cui faceva parte l’entomologo sarà giustiziato in poco tempo.
Sebbene il regime rivoluzionario creerà qualche altro grattacapo, Latreille si farà un nome e durante il primo trentennio del XIX secolo assisterà solamente a grandi successi. Il coronamento è la cattedra di entomologia all’Accademia delle Scienze di Parigi, la stessa cattedra che fu dell’amico Lamarck. Il suo impegno è riconosciuto ancora oggi all’unanimità, in quanto contribuì ad una migliore classificazione degli artropodi e alla cosiddetta “suddivisione di genere”. Eppure nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile se, in chissà quale uggioso giorno di chissà quale mese del 1793, un banalissimo coleottero non fosse passato dalla parti di Latreille…