Che siate abruzzesi, umbri, del Lazio, della Toscana, ma anche molisani o marchigiani, allora potreste aver avuto a che fare, almeno una volta nella vita, con la cosiddetta “Porta del Morto“. Un elemento abitativo, nonché architettonico, dal passato antichissimo, che collega gli Etruschi – e forse anche popoli indoeuropei più in là nell’arco cronologico – al Medioevo nostrano.
Fateci caso: le abitazioni più datate, soprattutto negli affascinanti borghi storici che costellano il territorio centrale della penisola, solitamente presentano due entrate. Una è quella classica, il portone per intenderci; l’altra invece risulta essere più stretta, laterale, ha l’aspetto di un accesso secondario, molte volte addirittura risulta essere murato. Ecco, quella si chiama “Porta del Morto” e vi spieghiamo subito perché.
In realtà dietro l’elemento residenziale si celano diverse ipotesi, alcune però più credibili e adatte di altre. La funzione di queste porte era puramente simbolica, da lì sarebbero uscite le bare dei defunti qualora la famiglia fosse in lutto. Un modo per garantire la trasmigrazione dell’anima dall’ambiente terreno a quello ultraterreno. Per quel che ne sappiamo, la costruzione di tali ingressi si interruppe intorno al Quattrocento, anche per diverse esigente abitative.
Non sono pochi gli studiosi che in un modo o nell’altro hanno ricercato un collegamento tra questa consuetudine medievale e una tradizione risalente agli Etruschi. Il nesso vien da sé: osservando una tomba etrusca, si può notare, oltre all’ingresso principale, una seconda porta disegnata, un simbolo appunto, una sorta di varco per il quale nessun essere umano in vita può passare, a differenza dei morti.
Gli stessi studiosi considerano l’ingresso secondario in un’ottica utilitaria. Il portone principale quasi sempre era collegato al piano residenziale (il secondo) attraverso una scala non proprio semplice da attraversare con una bara sulle spalle. Si sceglieva perciò la porta di lato, quella mortuaria, facilmente raggiungibile.
La “Porta del Morto” sarebbe quindi un confine riservato esclusivamente ai non vivi? Beh, non per tutti è così. Altri esperti individuano nell’esistenza di tali ingressi una questione puramente difensiva. Essendo più stretta e leggermente sopraelevata, la porta poteva essere più facilmente difesa rispetto al portone – che comunque collegava l’esterno al piano lavorativo, quindi alla bottega o alla stalla. L’ipotesi, per quanto interessante, è meno fortunata rispetto alle altre. Forse non vi abbiamo raccontato nulla di nuovo; al contrario potremmo avervi svelato qualcosa di interessante. Magari non guarderete più le vecchie case con gli stessi occhi…