Continuano a saltare fuori nuovi reperti dalla Domus Aurea, il palazzo costruito dall’imperatore Nerone proprio al centro dell’antica Roma. Gli archeologi hanno trovato una coppia di giare usate per preparare la calce e conservare i pigmenti utilizzati durante la costruzione dell’edificio. Ebbene, proprio dentro a una di queste giare era presente un enorme lingotto di blu egiziano, un pigmento pregiato e rinomato.
La storia del lingotto blu egiziano nella Domus Aurea
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Recenti scavi e indagini proprio nella Domus Aurea hanno riportato alla luce interessanti reperti. Per esempio, i ricercatori hanno trovato tracce di laboratori in cui gli artigiani preparavano i materiali usati poi per decorare gli affreschi del palazzo.
In tali laboratori gli artigiani realizzavano diversi pigmenti, sfruttando varie tecniche. Tramite analisi microscopiche e spettroscopiche, gli archeologi hanno identificato diversi pigmenti contenuti in queste giare. Fra di essi, c’era dell’ocra gialla, del realgar (un pigmento rosso) e della terra rossa. Ma il più sorprendente di tutti era un lingotto di blu egiziano.
Alto 15 centimetri e pesante 2,4 chilogrammi, si tratta di una scoperta straordinaria. Questo perché raramente sono stati trovati blocchi così grandi di questo pigmento. Si ipotizza che il blu egiziano sia il primo pigmento sintetico al mondo. E questo perché non è un pigmento che si trova in natura. Gli antichi Egizi lo creavano riscaldando una miscela di silice, calcare e minerali contenenti rame e carbonato di sodio ad alta temperatura.
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Tale procedimento è descritto, fra l’altro, nel trattato De Archtectura di Vitruvio. Sappiamo che il blu egiziano fu usato per la prima volta nell’antico Egitto e in Mesopotamia nel terzo millennio a.C., diffondendosi poi in tutto il Mediterraneo.
Particolarmente apprezzato dai Romani, era capace di creare tonalità intense che risaltavano anche negli affreschi più dettagliati. Molto versatile, era usato per creare ombreggiature sulla pelle, per dare profondità alle pieghe dei vestiti e per evidenziare gli occhi.
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Le grandi dimensioni del lingotto trovato nella Domus Aurea suggeriscono che gli artigiani coinvolti nel processo fossero altamente specializzati nella sua produzione. Ricordiamo come la Domus Aurea fosse un monumentale complesso di palazzi costruito dall’imperatore Nerone dopo il grande incendio del 64 d.C., quello che distrusse gran parte della città di Roma. Sito sul Colle Oppio, doveva essere un simbolo del potere e della ricchezza di Nerone. I lavori di costruzione andarono avanti per anni e fu lo stesso Nerone a interessarsi di persona di ogni singolo dettaglio del palazzo.