Termina una vicenda protrattasi per più di trent’anni. Finalmente la testa della statua raffigurante il faraone Ramses II torna a casa, nella sua terra, l’Egitto. Lo ha reso noto il Ministero delle Antichità dell’Egitto tramite un lieto comunicato stampa. Il manufatto, risalente a 3.400 anni fa, era stato misteriosamente rubato durante i primi anni ’90 dello scorso secolo. Da allora il silenzio più totale sulla questione; una triste quiete interrotta da una splendida notizia per l’archeologia, la storia e gli amanti della cultura.
La Svizzera, attraverso canali diplomatici gestiti dall’Ufficio federale della cultura, ha donato all’ambasciata egiziana con sede a Berna il bene culturale plurimillenario. La confederazione elvetica è riuscita a mettere mano sul frammento di pietra a seguito di una confisca andata a buon fine. Ovviamente le istituzioni hanno organizzato in tempi rapidi il trasferimento dalla Mitteleuropa alle proverbiali foci del Nilo.
L’oggetto della controversia trentennale faceva parte di un complesso scultoreo contraddistinto da magnifiche opere, a loro volta raffiguranti divinità del pantheon egizio. Purtroppo qualcuno riuscì a trafugare il frammento di statua dal sito di Abydos (nord-est di Luxor) e, chissà come, a trasportarlo intatto fino a Londra. Dalla capitale inglese il reperto è finito in Svizzera, anche se non si sa bene secondo quali modalità.
L’Egitto purtroppo subisce questi atti ingiuriosi a cadenza regolare. L’attività di saccheggio, che deturpa il patrimonio archeologico, artistico e culturale della terra dei faraoni, è una piaga alla quale si cerca di porre fine da tempi non sospetti. Ricordo come si parlava di “preservazione” e “etica archeologica” all’epoca dei vari Ferlini o chi per lui.
Pensate alla quantità insormontabile di manufatti originali (risalenti al periodo dell’Antico o del Nuovo Regno, di matrice nubiana, ma anche greco-romani) che orbitano all’infuori della supervisione statale. Il problema esiste ed è sotto gli occhio di molti, a quanto pare non tutti però.
Il frammento della statua risalente al II millennio a.C. e raffigurante il grande faraone Ramses II ricorda a tutti noi questa sciagura quotidiana. Il bene culturale, dopo un preliminare processo di restauro (non invasivo), oggi è esposto nel Museo egizio del Cairo. Storpiano il titolo dell’iconica pellicola di Fred McLeod Wilcox, possiamo urlare a gran voce “sei tornato a casa, Ramses!”.