Il ritrovamento di cui parleremo oggi avviene nei pressi del lago Xiada Co, nel Tibet. Qui, Yun Chen, studente laureato dell’Università del Sichuan, ed un team di archeologi, compiono una straordinaria scoperta. Si tratta degli aghi di pietra più antichi mai ritrovati. Quelli più antichi precedentemente rinvenuti risalivano a 2.700 anni fa. In questo caso la datazione si sposta di almeno 6.000 anni indietro!
Grandi poche decine di millimetri, gli aghi furono una straordinaria invenzione. Dopo l’avvento di questo utensile, il più antico mai ritrovato in Tibet, la vita di molti nostri antenati cambiò. Soprattutto sulle alture tibetane, con temperature molto rigide, indossare indumenti appropriati era di vitale importanza. L’utilizzo di tali aghi lo consentiva.
Ma torniamo al concreto dei nostri piccoli aghi. Innanzi tutto si tratta di 6 reperti distinti, non tutti dello stesso materiale. Sono composti da tremolite, serpentino, actinolite e talco. Con la tremolite che è un materiale estremamente resistente e duro: pensate che è ben 70 volte più dura del talco! Adesso capiamo meglio come mai durano così tanto.
In questa scoperta, come sempre più spesso accade in ambito archeologico, vengono utilizzati due strumenti ultra moderni: una microscopia a campo ultra-profondo e la modellazione 3D. Proprio questi rivelano segni di usura e raschiamento lungo tutto l’asse dell’ago 1, quello più lungo dei sei ritrovati. Ciò significa che l’oggetto in questione subì prima la raschiatura e poi la levigatura per dargli la forma che poi assunse.
Elemento molto interessante è che anche gli altri aghi presentavano segni simili: ciò significa che subirono tutti lo stesso processo di lavorazione. La datazione al radiocarbonio per tali reperti, come sopra accennato, li colloca tra il 7049 e il 6568 a.C. Ben 9.000 anni fa! Ma si tratta solo degli aghi in pietra più antichi mai ritrovati. Se guardiamo ad altri materiali la datazione più antica arriva a 50.000 anni fa, nella Grotta di Denisova, in Russia.
Anche quest’ultimo dato dimostra di come si trattasse di oggetti estremamente preziosi e necessari per cucire soprattutto nelle zone molto fredde del nostro pianeta. Un ritrovamento interessantissimo e di grande importanza anche per lo studio dell’area circostante.