Tutti abbiamo sentito parlare o abbiamo letto un libro di Alexandre Dumas, grande scrittore francese. Chissà se quando scrisse “I tre moschettieri” si ispirò al suo vecchio! L’omonimo padre infatti fu un grande generale dell’esercito francese, il primo nero a guidare un reparto oltre che a incutere timore negli avversari.
Parliamo di un episodio specifico, che forse sembrerà frutto dell’immaginazione, ma è realmente accaduto ed è testimoniato dal suo aiutante di campo Paul Ferdinand Stanislas.
Siamo nel 1797 e l’esercito francese è impegnato a combattere contro gli austriaci. Ordinaria amministrazione sembrerebbe. Non è così. Thomas-Alexandre Dumas padre, appellativo che si usa per distinguerlo dall’omonimo figlio, si trovò infatti da solo contro circa 30 austriaci, e no, non scappò.
Abbattuto il suo cavallo, non venne abbattuto il suo animo, e lo improvvisò come barriera dietro cui nascondersi. Scavalcò lo scudo animale e con la sua spada riuscì a sconfiggere 7 o 8 uomini…Non si accontentò mica: all’arrivo dei suoi rinforzi dal ponte, che aveva eroicamente difeso, i nemici fuggirono, e il generale, ferito da diversi fendenti di sciabola, incalzò la loro ritirata.
La storia si diffuse velocemente e Dumas venne insignito di diversi riconoscimenti; forse quello che più gli faceva piacere era di essere riconosciuto come ” diavolo nero” fra i suoi commilitoni e fra i suoi nemici. Il timore che incuteva era tanto e le voci, si sa, circolano in fretta: una diceria infatti raccontava che poteva innalzare 4 moschetti per braccio e che la sua forza era sovraumana.
Anche Napoleone, che all’epoca era uno qualunque, ne riconobbe la grandezza, definendolo “l’Ercole del Tirolo”. Il loro rapporto si incrinò però presto. L’ascesa di Napoleone e le sue campagne non saranno condivise da Dumas. In particolare si oppose alla campagna di Egitto, chiedendo espressamente di tornare in patria. L’apice fu la sua opposizione all’ordine di reprimere una rivolta ad Haiti, sua terra natia.
Dumas passerà poi due anni in carcere che mineranno definitivamente la sua salute. La sua forza non splenderà più come prima ma il suo mito rimarrà indelebile negli annali di storia ed è sugellato da un nuovo monumento eretto in sua memoria nel 2009.
Possiamo dire che è stato un grande condottiero.