Alessandro MolinaUn gruppo di archeologi amatoriali, armati di un metal detector, ha fatto una scoperta straordinaria nel 2019 nel Parco Naturale di Springendal, nella provincia di Twente, nei Paesi Bassi: si tratta di un importante tesoro.
La scoperta di monete d’oro e d’argento e di gioielli risalenti all’Alto Medioevo è stata uno dei tesori più importanti mai trovati in Olanda. Ora, l’intera scoperta sarà in mostra al Rijksmuseum van Oudheden (RMO) di Leida.
Offerta religiosa sulle strade dell’Alto Medioevo
La scoperta comprende monete d’oro e d’argento risalenti al VII secolo e gioielli trovati in una zona interpretata dagli archeologi come una sorta di luogo di offerta religiosa, situato all’incrocio di importanti vie di comunicazione.
Questo punto d’incontro attirava gruppi di persone provenienti da diverse parti del paese, che seppellivano oggetti preziosi come offerta religiosa. L’analisi delle monete ritrovate mostra l’influenza dei re merovingi, ma anche la presenza di simboli cristiani, il che fa presupporre che le popolazioni dell’epoca praticassero un sincretismo religioso.
Un tesoro di grande importanza
La scoperta del tesoro di Springendal ha una grande importanza per la conoscenza dell’Alto Medioevo nei Paesi Bassi.
Questo tipo di luoghi di offerta erano infatti abbastanza comuni in quell’epoca, ma questo è il primo ritrovamento di una tale importanza mai fatto in questa zona. La scoperta, effettuata grazie a un gruppo di appassionati di archeologia, ma è stata completata da un’equipe di professionisti che ha analizzato l’area e la situazione in cui è stato trovato il tesoro.
La mostra al Rijksmuseum van Oudheden
La mostra al Rijksmuseum van Oudheden sarà divisa in due parti. La prima parte sarà dedicata ai tesori ritrovati nel 2019, mentre la seconda parte presenterà i tesori scoperti durante le successive ricerche effettuate dall’equipe di professionisti.
La mostra sarà una grande opportunità per conoscere meglio l‘Alto Medioevo e il ruolo delle religioni in questa epoca storica. Inoltre, la mostra dimostra l’importanza della collaborazione tra appassionati e professionisti per il progresso della ricerca archeologica.
Manuela Chimera
