Tutti gli appassionati di storia conoscono il grande Tamerlano. Il suo nome campeggia nell’olimpo dei grandi condottieri facendo invidia a molti altri suoi omologhi. Quello di cui parleremo oggi però sarà un po’ avulso dal contesto politico e bellico, ambiti di applicazione soliti del grande Timur. Vi racconteremo invece un aneddoto, del quale non si ha certezza storica ma che è latore di un grande insegnamento.
Il principale sogno di Timur era, sulle orme del grandissimo Gengis Khan, espandersi verso occidente. Ci riuscì parzialmente, conquistando Smirne e l’isola di Chio per esempio, oltre a moltissimi altri territorio mediorientali. Ma prima di arrivare fin lì, in una delle sue numerosissime battaglie, si fermò nella città di Baalbek, oggi in Libano.
Si tratta di un sito archeologico splendido a dir poco, patrimonio dell’UNESCO dal 1984 e apprezzato dallo stesso Tamerlano. Qui però affrontò una grandissima difficoltà. Prima di cadere, Baalbek resistette a numerosi tentavi di assedio e fece perdere le speranza per un momento perfino al grande condottiero mongolo.
Proprio in tale contesto si inserisce l’aneddoto odierno, che, lo ripetiamo, probabilmente fece parte solo delle numerose leggende e racconti su Timur, ma che vale la pena di conoscere. Questo ci racconta di un condottiero stanco e depresso: i suoi uomini morivano, lui era abbattuto e la città non accennava a cadere. Tamerlano abbandonava la speranza fra quelle splendide rovine. Entra quindi in gioco la formica, protagonista del racconto.
Mentre era per terra a riposare e a pensare, Timur la notò, con un chicco di riso molto più grande di lei sulla testa. Cercava di scalare un muro, forse per raggiungere il suo rifugio, ma arrivava sempre vicina e poi cadeva di nuovo a terra. Innumerevoli tentativi (alcune fonti dicono 70, altri 11) prima di riuscire a superare il suo ostacolo e a raggiungere il suo obbiettivo. E allora eccolo, quel fioco bagliore di speranza anche per Tamerlano, che si sentì rinato.
Anche se il peso da portare è ingente, sproporzionato, bisogna andare avanti: questo è l’insegnamento che la formica diede al condottiero e che l’aneddoto, vero o falso che sia, da a noi. Un insetto minuscolo contro uno degli uomini più potenti della terra, il contrasto nella narrazione è forte, ma il messaggio è chiaro e diretto. Ah, chiaramente alla fine Timur conquistò Baalbek e tutti gli altri territori che composero poi il grande Impero timuride.