Il lavoro svolto da un gruppo di archeologi nel settentrione spagnolo ha permesso il rinvenimento di una particolare mano di bronzo. Gli esperti hanno datato il manufatto intorno al I secolo a.C. Su un lato dell’oggetto bimillenario si possono scorgere delle sbiadite incisioni, segni che hanno fatto scattare un allarme nella testa degli studiosi. Sì, perché viste le coordinate geografiche e cronologiche, vista la comparazione con altri manufatti simili (ma posteriori), si è ipotizzato come la mano bronzea potesse appartenere ad una popolazione preromana stanziata nel nord della penisola iberica.
Indizi questi che convergono facilmente verso l’unica opzione plausibile: i Baschi. Sappiamo come la terra d’interesse archeologico fosse abitata duemila anni fa dai cosiddetti Vasconi (Vascones). Di scritto essi non hanno lasciato quasi niente, tranne qualche rarissima eccezione. Per questa ragione nel corso degli ultimi decenni si era fatta strada la teoria per la quale il suddetto popolo fosse di tipo pre-alfabetizzato. La mano di bronzo potrebbe smentire l’ipotesi. I risultati dello studio hanno trovato spazio tra le pagine della rivista culturale-scientifica Antiquity. Alcuni passaggi dell’analisi possono aiutare nella comprensione generale della scoperta.
“Un’analisi linguistica dettagliata suggerisce che la scrittura presente sulla mano rappresenta un sottosistema grafico del paleoispanico che condivide le sue radici con la moderna lingua basca e costituisce il primo esempio di epigrafia vasconica” affermano gli autori dello studio. Importante, però, non saltare a conclusioni affrettate. Lo studio ci tiene a sottolineare come, per quanto il paragone con il basco moderno sia plausibile, la mano di bronzo presenti una scrittura influenzata da altri influssi linguistici, ognuno con le proprie radici.
Traducendo l’epigrafe sul palmo della mano, si denoterebbe l’utilità dell’oggetto stesso. Le scritte alluderebbero infatti ad un destino positivo, alla buona sorte. La mano di bronzo, in definitiva, godrebbe di un carattere apotropaico (perciò un elemento magico capace di proteggere da tutto ciò che di maligno può esistere).
Se invece ci si chiedesse il perché della mano in quanto tale, una risposta esatta non trova ahimè spazio nelle considerazioni dello studio. Si sa però come altre mani, realizzate con ulteriori materiali, siano state scoperte in zone limitrofe della Spagna settentrionale.
I ricercatori concludono con qualche appunto di carattere ipotetico. Secondo loro, il “disordine” che si può evincere nella disposizione dei segni non sarebbe volontario o comunque non apparirebbe ricercato. Banalmente, esso scaturirebbe dalla poca accortezza di chi scriveva o il poco valore che egli dava ad una logica scritturale.