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alessandro magno

Svelati alcuni degli incredibili misteri del mosaico di Alessandro Magno

Grazie a un nuovo studio pubblicato su PLOS One, ecco che i restauratori hanno scoperto nuovi dettagli in merito al famoso mosaico di Alessandro Magno trovato a Pompei. Pensate che questo mosaico si compone di circa 2 milioni di pezzi, provenienti da cave che andavano ben oltre l’antico regno macedone. Infatti l’impero di Alessandro Magno si estendeva dai Balcani al Pakistan, ma molte tessere arrivavano da cave sparse in Europa (fra cui anche cave italiane e iberiche) e in Tunisia.

I segreti del mosaico di Alessandro Magno

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Crediti foto: @Public domain, via Wikimedia Commons

Il mosaico di Alessandro Magno fu una delle vittime dell’eruzione dei Vesuvio che distrusse Pompei (ed Ercolano) nel 79 d.C. Sepolto dalla ceneri vulcaniche, la sua riscoperta avvenne nel 1831 quando alcuni archeologi lo dissotterrarono nella domus di una famiglia ricca. Tale domus divenne poi nota come la Casa del Fauno.

Attualmente il mosaico si trova esposto presso il Museo archeologico nazionale di Napoli. In esso vediamo Alessandro e l’esercito macedone mentre sconfiggono il re persiano Dario III. L’albero solitario che potete notare sullo sfondo suggerisce che questa sia proprio la battaglia di Isso, quella combattuta nel 333 a.C. Secondo alcuni testi storici, incluso quello scritto da Marco Polo, all’epoca questa battaglia era nota come la “battaglia dell’albero secco” o la “battaglia dell’albero solitario”.

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Crediti foto: @Public domain, via Wikimedia Commons

Nel 2020 il Museo archeologico decise di restaurare il mosaico. Tramite alcune tecniche non invasive, ecco che i restauratori hanno così scoperto che le tessere erano formate da dieci tipi di colori combinati in modo da migliorarne gli effetti artistici. I dieci colori erano:

  • bianco
  • giallo
  • marrone
  • rosa
  • rosso
  • verde
  • blu
  • grigio
  • nero
  • vitreo

Tutti questi colori presentavano, poi, una vasta gamma di micro-texture. Ovviamente gli antichi artisti prestarono particolare attenzione al viso di Alessandro. Si compone di tessere rosa dalle diverse tonalità, con anche cambi di luminescenza probabilmente collegati alla diversa composizione chimica delle suddette tessere.

Per quanto riguarda le origini delle tessere, ecco che gli scienziati hanno esaminato e messe a confronto le cave usate in epoca romana. Per esempio, alcune delle tessere bianche potrebbero arrivare dal marmor lunensis (un calcare cristallino bianco) estratto nelle cave delle Alpi Apuane, in Italia. Questo calcare iniziò a essere estratto nel I secolo a.C. e poi non fu più utilizzato dopo il III secolo d.C.

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Crediti foto: @Naples National Archaeological Museum , Public domain, via Wikimedia Commons

Le tessere rosa intense, invece, potrebbero provenire dal Portogallo, mentre alcune tessere gialle deriverebbero dalla città di Simitthus, nell’odierna Tunisia. I pezzi rosso scuro, invece, arriverebbero da Capo Matapan, in Grecia. I restauratori hanno anche trovato tracce di cera naturale e gesso, probabilmente applicati come strato protettivo durante altri progetti di restauro in epoca moderna.