Piccolo e letale, semplice da celare e altrettanto facile da maneggiare, forse lo stiletto fu l’arma più temuta del Medioevo. Ma i motivi appena elencati bastano da soli a giustificare una nomea tanto autorevole? Lo scopriremo assieme, analizzando la storia nonché l’evoluzione di una lama essenzialmente nata per essere fatale, dunque provocare danni ingenti, incurabili, in definitiva mortali.
Le origini dello stiletto sono da ricercare nell’epoca basso medievale. Arma dalla lama a sezione triangolare o quadrata (in questo caso nota come quadrello), si diffuse prevalentemente tra i cavalieri. Il perché è presto svelato. Lo stiletto, con la sua punta acuminata, si faceva strada tra le fessure dell’armatura a piastre, incontrando l’impassibile ed insufficiente resistenza della cotta di maglia. Inizialmente creata come arma d’offesa personale, entrò rapidamente nella dotazione standard del cavaliere tardo medievale.
Ben presto però il suo potenziale utilizzo fece gola a chi con la guerra c’entrava poco o nulla. Sicari ed assassini sfruttarono la maneggiabilità dell’arma per i propri compiti. D’altronde era molto semplice nasconderla tra le maniche o dentro gli stivali, per poi sfoderarla al momento giusto, occasionalmente anche senza farsi vedere. Si tenga a mente la consuetudine medievale di realizzare vesti in pelle molto spessa, magari non così facilmente trapassabili per un pugnale, diverso il discorso per lo stiletto. Quest’ultimo non lasciava scampo alla povera vittima per un motivo molto semplice: il colpo inferto causava una ferita di piccolo diametro, ma profondissima, pertanto difficilmente rimarginabile.
Non tutti gli stiletti erano uguali (lo si è già capito già dalla distinzione fra lame). Si distinse per esempio una versione nota in Italia come misericordia e in Francia come miséricorde. Il nome è tutto un programma. L’oggetto d’offesa era sovente utilizzato per “concedere” una morte veloce e dignitosa agli inguaribili sul campo di battaglia (coup de grâce in francese). Quasi come se fosse un dono, un atto caritatevole, misericordioso per l’appunto.
Come ampiamente anticipato, l’utilizzo prevalente dello stiletto fu fatto dagli assassini, prima italiani e francesi, poi anche spagnoli e tedeschi. Non è un caso se molti dei termini collegati all’uso dello stiletto traggano origine dalla penisola nostrana. Ad esempio il vocabolo “stilettata” permase anche nelle altri regioni europee per indicare una ferita inferta dallo stiletto. Chi lo possedeva come strumento fatale preferito, era solito chiamarla arma manesca (documenti anseatici del XV secolo ne riportano la locuzione).
Il trattato sui duelli redatto da Achille Marozzo nel 1536 e noto come Opera Nova riporta una sezione dedicata al combattimento con stiletti e pugnali francesi (vagamente simili ma non identici). A dire il vero la storia dello stiletto oltrepassa il Medioevo e la prima Modernità, restando un leitmotiv addirittura sino alle due guerre mondiali, durante le quali si registra un utilizzo smodato del succitato sia come baionetta e/o arma da incursione in trincea, sia di nuovo come strumento prediletto per sicari sotto copertura.