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Solimano il magnifico: un figlicidio per la successione

Solimano il Magnifico: un figlicidio per la successione

Se dici “Solimano” pensi a “Magnifico”. Allo stesso modo fu magnifico l’impero sul quale il sultano regnò dal 1520 fino al giorno della sua morte. Già in vita fu giudicato come uno dei migliori sovrani e legislatori dell’Europa del XVI secolo. Eppure la sua ascesa al potere poté dirsi tutt’altro che tranquilla.

Solimano il magnifico: un figlicidio per la successione

Alla morte del padre Selim I, salì al trono e inaugurò il suo regno con una serie di campagne militari contro potenze europee cristiane. Sotto il suo dominio la flotta divenne così potente da poter spadroneggiare sui mari senza che nessuno (o quasi, vedasi Venezia) potesse alzare un dito. Come guida di un impero – quello ottomano, chiaramente -in espansione, Solimano si rivelò un buon legislatore ma anche un dotto filosofo, nonché poeta.

Solimano aveva avuto ben sei figli maschi: Mustafa dalla moglie Mahidevran, Selim, Bayezid e Chiangir da Hurrem, e solo loro sopravvissero fino al 1550. Non essendoci una chiara legge di successione e vigendo la consuetudine ereditaria, Hurrem iniziò a tramare contro il primogenito Mustafa.

Solimano, il sultano e Hurrem

Mustafa godeva dell’appoggio di molti che lo stimavano e ne tessevano le lodi. Solimano sostituì Ibrahim Pasha sostenitore di Mustafa con Rustem Pasha che successivamente convinse il sultano di una congiura ordita nel palazzo. A seguito della campagna militare contro i persiani, tra i soldati serpeggiava il malcontento, erano desiderosi che a guidarli fosse un principe più giovane. Il messaggero di Rustem riferì a Solimano che Mustafa concordava con i soldati.

Solimano convocò Mustafa così che potesse respingere le accuse rivolte. Mustafa sapeva che presentarsi nella tenda nella valle di Eregli poteva rappresentare un pericolo, al contempo non rispondere alla chiamata avrebbe provato le accuse.

Solimano, ritratto del sultano

Alla fine Mustafa si presentò, ma fu l’ultima decisione che prese. Dopo una violenta aggressione, morì sul posto. Il popolo non sembrò prendere positivamente la notizia, così come il corpo dei giannizzeri. Anche il terzo figlio avuto da Hurrem morì, e i due maschi sopravvissuti ottennero il comando di diverse parti dell’impero. Alla morte di Solimano nel 1566, però la guerra civile imperversò.