L’INAH ha recentemente condotto degli scavi nel sito archeologico Tlatelolco. Queste attività hanno permesso di riportare alla luce dei resti molto particolari. Si tratta di una figura infantile, probabilmente di sesso femminile, come suggeriscono gli oggetti del suo corredo, tipicamente associati a soggetti femminili. Dopo un primo ciclo di studi, gli archeologi hanno potuto stabilire che questi resti risalissero al XV secolo. Questo perché lo stile ceramico di uno dei vasi facente parte del corredo è decorato in uno stile tardo azteco III (1400-1521). Il più raffinato in termini di manifattura dal regolare e le linee sottili della sua decorazione, supporti innovativi rispetto a pezzi di epoche precedenti e le sue pareti sottili.
Proprio per la raffinatezza degli oggetti, gli studiosi hanno pensato che questa bambina potesse appartenere alla nobiltà della zona di Tlatelolco. Ma rinvenire questi resti non fu affatto facile, infatti le ossa si trovano in uno stato molto precario, tanto che si dovrà procedere a dei micro-scavi per cercare di non danneggiarli.
Il frammento di area che si scava, a poco più di un metro di profondità dal piano di campagna, ha corso un rischio molto grande. Infatti, recentemente hanno provato ad introdurre un impianto idraulico che fortunatamente non ha intaccato la stabilità di questo sito.
La Zona Archeologica di Tlatelolco corrisponde a circa un quarto del recinto cerimoniale che si estendeva per 400 metri di lato, perimetro che comprende il CCUT, sigla che corrisponde al Centro culturale universitario. Proprio per questo gli archeologi hanno dovuto inserire nei punti in cui praticare dei fori per l’analisi della meccanica del suolo. In totale sono stati scavati cinque pozzi, ciascuno di due metri quadrati, e in tre sono stati rinvenuti resti significativi. Come questo qui che è diventato famoso come la ”principessina”. Tlatelolco è un quartiere popolare di Città del Messico che nel corso degli anni ha offerto resti significativi.