La fotografia riportata di sotto è una delle più famose della storia contemporanea. Tutte le generazioni che hanno studiato sui libri di storia la Prima Guerra mondiale si sono imbattute anche in questa immagine. Ci troviamo di fronte ad una fotografia scattata all’interno di una trincea. Alcuni soldati stanno ricevendo delle cure, ma ce n’è uno che cattura la nostra attenzione, accucciato nell’angolo. Presenta degli occhi spiritati, sguardo fisso verso il fotografo e un sorriso piuttosto inquietante. Capiamo subito che ci troviamo davanti ad un’espressione innaturale, anche perché all’inizio del XX secolo, si considerava il sorridere davanti alla fotocamera come un atto sconveniente e di cattivo gusto. Quest’uomo era affetto da Shell Shock.
Di che cosa stiamo parlando? Shell Shock si potrebbe tradurre come ”Shock da Granata” ed è una condizione simile, ma non uguale, al disturbo post traumatico da stress. Coloro che erano affetti da questa condizione manifestavano i seguenti sintomi: affaticamento, tremolio, confusione, incubi, incapacità di ragionare.
Proprio da qui il famoso soprannome ”Scemo di guerra”. Le circostanze in cui questi soldati si trovavano a vivere erano qualcosa che per noi sembrano quasi inimmaginabili, nonostante si verifichino in molte parti del Mondo ancora oggi. Nel 1914, con l’avvento del primo conflitto mondiale, si inventò un nuovo modo di far guerra. Gli eserciti iniziarono a fare uso di gas nervini, ci fu il massiccio utilizzo di armi a lunga distanza. I soldati divennero delle semplici pedine che cadevano senza neanche guardare in faccia il loro carnefice.
Uno degli aspetti più tragici di questa vicenda è che molto spesso i soldati affetti da questa condizione patologica subivano un processo per diserzione e spesso venivano anche giustiziati. I generali non erano in grado di riconoscere le cause di questi comportamenti tanto anomali, Solamente con la fine della guerra, quando tra i sopravvissuti si studiarono gli effetti di questa sindrome, si arrivò a dare un nome a questa terribile patologia.