Facciamo un salto nella verde Irlanda, più precisamente nella contea di Meath, nella parte orientale del paese. Qui si trova Brú na Bóinne, sito patrimonio dell’umanità con le sue tombe a corridoio megalitiche. Risalenti alla fine del IV millennio a.C., il nome deriva dal fatto che presentano uno stretto passaggio che conduce alla camera interna, coperta a sua volta da un enorme tumulo circolare. Per secoli si è pensato che fossero sede di sepoltura di personaggi d’élite. Ma una recente ricerca ha dimostrato che forse tali tombe non erano destinate a figure di spicco. Allora, per chi furono realizzate?
Chi erano gli ospiti delle tombe a corridoio d’Irlanda?

Nuove analisi del DNA effettuate sui resti umani trovati in queste tombe stanno ribaltando l’antica visione in merito agli occupanti di tali sepolture. La ricerca ha svelato la presenza di piccoli gruppi nomadi, che si spostavano continuamente con i loro animali, salvo riunirsi stagionalmente.
Questi gruppi si incontravano con il resto della comunità presso alcuni monumenti, in modo non solo da riallacciare e rinsaldare vecchie amicizie, ma anche per officiare riti funebri. In pratica crearono reti di parenti distanti anche centinaia di chilometri, per generazioni e generazioni.
Questo vuol dire che anche le sepolture nelle più grandi tombe a corridoio non erano limitate solamente ai capi e ai personaggi di spicco della comunità dell’epoca. Al contrario, le sepolture erano frutto di una lunghissima sequenza di riti e rituali che comprendevano anche la cremazione, l’esposizione o la venerazione delle membra.
Le analisi genetiche di queste sepolture parlano chiaro: gli occupanti avevano strette relazioni biologiche, c’erano nonni, nipoti, fratelli, zii, zie e cugini. Tuttavia tali relazioni strette di primo grado si trovavano solamente nelle tombe neolitiche più piccole e antecedenti. Nelle tombe a corridoio, invece, erano presenti maggiormente relazioni di grado distante, dal quinto e oltre (quindi cugini di secondo grado o trisavoli). Ciò indica come le sepolture non fossero determinate dalla parentela biologica.

C’è però da considerare una particolarità. La maggior parte degli individui presenti in tali tombe erano maggiormente correlati biologicamente fra di loro rispetto alla popolazione irlandese più ampia di quel periodo. Infatti si dice come fossero parte di un “cluster genetico“.
Secondo gli autori dello studio questa è la prova del fatto che in queste tombe non c’era solamente la classe elitaria d’Irlanda. Inoltre gli individui presenti nelle tombe erano tutti posteriori al 3600 a.C.
All’epoca lo stile di vita era molto più mobile, le case erano piccole e temporanee e la popolazione si concentrava soprattutto sull’allevamento di animali. Ed è proprio in questo periodo che fecero capolino le tombe a corridoio in stile Newgrange.

Rispetto alle tombe precedenti, queste erano architettonicamente più complesse, più grandi e situate in posizioni più elevate, anche se lontane da insediamenti e pascoli. La loro complessità indica che furono soggette a diverse fasi di costruzione e ristrutturazione.
Le indagini effettuate mostrano che le persone sepolte in questi monumenti megalitici provenivano da parti diverse dell’Irlanda. Idem dicasi dei manufatti rinvenuti e dai materiali di costruzione usati. Erano dunque il frutto di ripetuti e costanti raduni di persone, che tendevano a sposarsi e ad avere figli fra di loro, creando dunque quel cluster genetico a cui accennavamo prima.