No, tranquilli, Thanos non ha perso il Guanto dell’Infinito nel Mar di Norvegia. Ma qualcun altro deve pur aver smarrito un guanto in ferro nelle acque di Oslo. Chi, non è dato saperlo. Quello che è certo è che gli archeologi hanno trovato i resti di un guanto di ferro risalente al Medioevo sui fondali marini nella zona di Bispevika, a Oslo.
Di chi era quel guanto di ferro?
La zona di Bispevika, prima del 1624, faceva parte del porto di Oslo. Prima del 2019 non erano mai stati fatti scavi in zona, ma da allora, il Norwegian Institute for Cultural Heritage Research, sta esplorando la zona.
Håvard Hegdal, archeologo alla guida degli scavi, ha spiegato che, durante il Rinascimento, si trovavano chiodi ovunque in città. Ma nel Medioevo il ferro era riciclato e riforgiato di continuo, dunque è assai difficile trovarne resti in città.
Per questo motivo la scoperta del guanto è assai importante. Nella Oslo medievale nessuno avrebbe mai lasciato in giro per strada un guanto del genere, era troppo costoso. Le persone comuni non avevano di questi guanti. L’unico modo in cui si possono trovare è quando sono sepolte o perse, per qualche motivo. E nessuno avrebbe potuto impossessarsi di un guanto in fondo al mare.
Ciò che ha attirato l’attenzione del metal detector è una piccola parte del guanto. Questo perché, tutto ciò che ne rimane, è un’impronta che reca i resti di piastre o lame di ferro.
Questa non è certo la prima arma o manufatto bellico scoperta nel porto. Secondo Hegdal il motivo è chiaro. Molto probabilmente all’epoca c’erano controlli doganali al porto, con doganieri che confiscavano o buttavano in mare armi o oggetti che non potevano entrare in città.
Effettivamente il numero di armi presente sul fondo del mare è un po’ eccessivo per essere un reperto casuale. Ok, a qualcuno poteva cascare ogni tanto un pugnale o qualche arma in mare arrivando via nave, ma il numero delle armi è troppo elevato. Va bene la sbadataggine, ma possibile che solo lì ci fossero tutti questi viaggiatori maldestri?
Molto probabilmente la spiegazione va trovata altrove. E forse, tutti quei pugnali, spade e asce si trovavano lì perché gettati di proposito durante i controlli. Ovviamente tutte le parti in ferro di questi oggetti sono andate distrutte a causa dell’acqua. Per esempio, di una grande spada è rimasto solo il pomolo di bronzo, mentre la lama era, di fatto, un’impronta fatta di ruggine.
Tuttavia non è finita qui. Gli scavi hanno riportato alla luce qualche oggetto ancora più macabro. Per esempio, è riemerso un braccio umano rosicchiato dai cani. Ancora non si sa se siano state le correnti a trascinarlo giù dal luogo dell’esecuzione a Galgeberg o se fosse rimasto intrappolato fra i ghiacci.
Tornando però al guanto, come ci è finito lì? Difficile che qualcuno perda un guanto durante una battaglia, anche perché non c’era una mano dentro. Caduto fuori bordo durante una mareggiata? Gettato da qualcuno per dispetto o per non farlo trovare? Caduto in mare per pura sfortuna? Lasciamo a voi le ipotesi.