In passato vi avevamo già parlato del sito di Göbekli Tepe e della sua assoluta importanza, non solo archeologica, ma storica e culturale. Ebbene, un’area di scavo limitrofa ha regalato un’altra sensazionale scoperta. Gli addetti hanno rinvenuto una statua antichissima, ritraente un uomo gigante che stringe il suo pene con entrambe le mani. Il ritrovamento è così clamoroso da aver attirato l’attenzione dell’intera comunità archeologica. Al momento però vige un silenzio che ha del misterioso…
Sì, perché gli archeologi protagonisti del rinvenimento a Karahan Tepe (35 km da Göbekli Tepe) non si sono espressi in merito, se non attraverso un portavoce ministeriale turco. Tale dichiarazione è scarna di dettagli (anche perché si tratta di una questione recentissima e le analisi in merito sono appena iniziate). Il comunicato comunque fornisce informazioni per quanto riguarda la data, l’ora, il luogo della scoperta, nonché un sommario riassunto sulle sembianze della statua.
Affidandoci ai dati ministeriali, abbiamo intercettato le parole di un noto studioso, il professore di antropologia presso l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, Benjamin Arbuckle. Quest’ultimo ha commentato la notizia, fornendo diversi spunti interessanti, sui quali poter discutere e perché no, ipotizzare. Prima di tutto inquadriamo la vicenda da un punto di vista tecnico: la statua dell’uomo gigante si trova nel sito di Karahan Tepe, uno dei siti templari, sorto grazie all’opera di comunità pre-agricole, più antichi del mondo.
L’opera scultorea ha all’incirca 11.000 anni d’età ed è alta 2,3 metri. L’uomo raffigurato è estremamente magro, le sue costole sono ben delineate e le braccia fini. Probabilmente la scultura vuole rappresentare un cadavere. Ma il dettaglio più interessante, nonché il primo sul quale cade l’occhio, riguarda il suo membro. Qui ci affidiamo alle parole del professor Arbuckle – che vogliamo sottolineare, non essere coinvolto nella ricerca: “Sebbene qualsiasi interpretazione sia congetturale a questo punto, si può pensare come la statua ritragga un importante antenato associato all’edificio in cui è stato trovato”.
Sempre l’esperto aggiunge: “Il fatto che la figura stringa il suo pene è anche coerente con questa interpretazione. Il gesto potenzialmente simboleggia che questa persona era il progenitore di un gruppo sociale, come un lignaggio o un clan. Il gruppo sarebbe strettamente correlato all’edificio di riferimento”.
L’uomo gigante di Karahan Tepe non fa altro che fornire un ulteriore smentita alla teoria per la quale le comunità di cacciatori-raccoglitori, presenti nel sud-ovest asiatico fino al Mesolitico, fossero “relativamente semplici, su piccola scala e generalmente egualitarie” – dice Arbuckle. Göbekli Tepe e Karahan Tepe lasciano presupporre il contrario. La questione comunque attende sviluppi ed è probabile un nostro ulteriore approfondimento in merito.