La peste fu una delle epidemie più dure e violente che assediò l’uomo nel corso della storia. Quanto avvenne a Norimberga ne è una forte prova. Qui, da metà XIV secolo in poi, praticamente ogni 10 anni si consumò un’epidemia del morbo in questione, causando un numero di vittime spropositato. Proprio nell’area della città tedesca è stata ritrovata in questi giorni la più grande fossa comune della storia europea.
Gli archeologi parlano di oltre 1.000 corpi ritrovati durante gli scavi in un’area di Norimberga. Come testimoniato da Melanie Langbein, del dipartimento per la conservazione del patrimonio di Norimberga, non si trattava di un fenomeno consueto. Nella città infatti c’erano dei veri e propri cimiteri per la peste, già designati e alcuni ritrovati. Questa fossa esula da quel concetto, dato che di un cimitero non si tratta.
Quelle emerse sono ben otto fosse comuni, a breve distanza l’una dall’altra, contente più di un centinaio di corpi cadauna. Inoltre le datazioni non distanti fra un corpo e l’altro permettono di ipotizzare che le normali pratiche di sepolture cristiane, che nello spazio in questione erano consuete, non furono rispettate.
La datazione al radiocarbonio ha fornito un lasso temporale ben preciso per il ritrovamento: 1400-1600 ca. Importantissimo per contestualizzare gli scavi è anche un documento analizzato. Si tratta di una nota del 1634 che descrive una devastante epidemia di peste che colpì la cittadina negli anni compresi tra il 1632 ed il 1633. I numeri in questione parlano di ben 15.000 morti.
Ben 2.000 di questi defunti si trovavano, sempre secondo l’analisi del documento in questione, nei pressi dell’Ospedale di San Sebastiano, ovvero nell’area archeologica analizzata nel corso degli ultimi scavi. Collegando tutti questi fili molte domande sembrano trovare delle risposte concrete e probabili. In ogni caso gli studi sono ancora in atto.
Dall’analisi storica di un fenomeno come questo non si può non trarre una conclusione: si trattò di una questione di grande emergenza. Chiaramente le tradizioni e la religione slittarono in secondo piano e prevalse la necessità d’intervento. Si tratta dunque di uno scavo davvero importante, dal quale ci aspettiamo molte altre risposte e conoscenze.