Lo stesso luogo nel quale lo scorso novembre 2022 gli archeologi hanno rinvenuto 24 meravigliose statue in bronzo d’epoca romana. Lo stesso identico luogo che ha permesso al nostro paese di vincere il premio archeologico internazionale per la prima volta da quando è stato istituito. Signore e signori, San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, ci ha riservato l’ennesima fantastica scoperta archeologica.
Gli esperti hanno rinvenuto i resti di una grande statua marmorea raffigurante il Dio Apollo. Questa, in origine alta all’incirca 1.80 metri, sarebbe la copia in marmo di un originale bronzeo del IV secolo a.C. L’autore dell’originale sarebbe lo scultore ateniese Prassitele (400/395 a.C. – 326 a.C.).
La statua mancherebbe ancora di volto (o comunque buona parte di esso) e braccia. Assieme all’opera scultorea gli archeologi hanno riportato alla luce diversi oggetti d’uso giornaliero, tra questi spiccano manufatti non meglio specificati in bronzo, terracotta e cristallo. Si sottolinea, altresì, l’eccezionale ritrovamento di un altare con iscrizioni in etrusco e latino. Questo sarebbe quasi unico nel suo genere, perché gli esempi di trascrizione bilingue, per quanto attestati, si conterebbero sulle dita di una mano. Non a caso gli addetti ai lavori parlano della scoperta come “tra le più significative degli ultimi decenni”.
Grazie alle considerazioni di Emanuele Mariotti, direttore degli scavi presso San Casciano dei Bagni, si possono aggiungere considerazioni di carattere storico alla già spettacolare notizia. Sembra che la statua raffiguri un giovanissimo Apollo impegnato nella caccia alle lucertole. Rappresentazioni marmoree romane, copie dell’originale ellenico, si possono trovare in musei rinomati come il Louvre di Parigi o tra le sale dei Musei Vaticani.
Il Dr. Mariotti sostiene inoltre come la scultura fosse appositamente rotta e gettata nel sito all’epoca dell’abbandono di San Casciano dei Bagni. Ricordiamo come quest’ultimo, un tempo centro termale molto apprezzato dall’aristocrazia romana e non solo, conobbe un repentino declino per via della degradante situazione politica ed economica post caduta dell’Occidente romano. Le guerre gotiche e le seguenti tensioni militari non giovarono di certo.
Concludiamo con le parole illuminanti del direttore generale archeologia del MIC, Luigi La Rocca: “Lo scavo non smette di stupire. Non solo bronzi dunque, erano dedicati alle divinità salutifere venerate in questo straordinario santuario delle acque, ma anche statue in marmo, di pregio, talora repliche, come in questo caso, di originali greci, testimonianza della frequentazione di soggetti appartenenti ai ceti sociali più vari, dalle ricche aristocrazie etrusche ai più umili operai impegnati nella costruzione degli edifici sacri.”