Ancora oggi il cristianesimo è la religione più diffusa al mondo. Praticata da poco più del 30% dei credenti a livello mondiale, supera l’Islam e l’Induismo. Ma le sue origini non furono per niente facili, tra persecuzioni e massacri vari. La grande diffusione della religione di Cristo passò anche per episodi come quello che stiamo per raccontarvi.
Ci troviamo nella Germania medievale, mentre corre l’anno 723 d.C. A Geismar, nella zona tedesca centrale, la gente sta per svolgere un rito, un rito molto macabro. La cerimonia è dedicata a Thor, divinità norrena del tuono, che riceveva ogni anno il sacrificio di un bambino colpito con un grosso martello, arma a lui associata.
Quell’anno però qualcosa cambiò, qualcuno decise che non sarebbe andata come sempre, che la tradizione finiva a e se ne instaurava una nuova. Quell’uomo era Wynfrith, meglio conosciuto come San Bonifacio. Un umile vescovo Benedettino di origine anglosassone che decise di cambiare il corso delle usanze germaniche.
Allora lo stesso protagonista, armato di ascia, si propose di abbattere l’albero di Thor, dove i fedeli si riunivano per il macabro rituale, come segno di sfida, invitando il dio del tuono a fulminarlo, se ci riusciva. Inutile specificare che l’albero cadde e così fece anche la fede nelle divinità norrene. Lentamente la gente cominciò a convertirsi al cristianesimo.
Chiaramente le conversioni non avvenivano con lo schiocco delle dita e in maniera immediata. Molti si lamentavano di non avere più un albero attorno al quale riunirsi per pregare. Bonifacio allora invitò i germani, nel giorno di Natale, a riunirsi sotto l’abete, altro albero molto presente nella zona in questione e con la cima sempre rivolta verso l’alto, verso Dio.
Si tratta di uno dei moltissimi casi di sincretismo religioso necessario nella difficile transizione da un sistema di credenze ad un altro. Inoltre, probabilmente, da qui deriva l’usanza dell’addobbo dell’albero di natale nel giorno dedicato alla nascita di Gesù. Il ciclo della vita non si smentisce, per una tradizione che finì ne nacque subito un’altra, e dura tutt’ora.