Un gruppo di ricercatori della Cambridge University ha dato vita ad un interessantissimo progetto di mappatura dei casi d’omicidio nell’Inghilterra del XIV secolo. Lo studio prende in considerazione le principali città britanniche dell’epoca, incrociando dati riportati dai cosiddetti coroner (ossia ufficiali giudiziari della corona addetti all’indagine su casi di morte sospetti) e da statistiche posteriori ma comunque attendibili sull’indice di mortalità delle città interessate. Insomma, a Cambridge si sono chiesti quale fosse la città più violenta ed efferata d’Inghilterra – e forse dell’Europa intera – durante il Medioevo. L’esito della ricerca, lo anticipo, è abbastanza curioso.
Il Medieval Murder Maps Project ha concentrato il proprio focus sulle città più grandi della terra d’Albione. Il team di ricerca ha notato come il tasso d’omicidi comparato alla popolazione residente premiasse tre città in particolare. L’immancabile e un po’ scontata Londra, la veterana York e la sorpresa Oxford. Nello specifico lo studio ha posto sul gradino più alto di questo disonorevole podio l’odierna città sinonimo di raffinatezza, intellettualismo e buongusto. Incredibile ma vero, stiamo parlando di Oxford.
Secondo stime accurate, il tasso di mortalità dovuto ad atti violenti che poteva vantare Oxford superava di quattro o cinque volte quello delle immediate “concorrenti”, le già citate York e Londra. Impressiona il dato, soprattutto se pensiamo al confronto tra Londra e Parigi. Quest’ultima vera e propria metropoli del tempo e a sua volta rivale per tasso d’omicidi con la capitale attraversata dal Tamigi. Quindi, appurato il fatto che Oxford fosse la città più violenta dell’Inghilterra tardomedievale (e forse dell’Europa tutta), resta da chiedersi: chi si macchiava di questi crimini?
Beh, le fonti del tardo Trecento sulle quali si basano i ricercatori dell’Università di Cambridge indicano tali “clericus” come il 75% degli imputati d’omicidio. Non lasciamoci ingannare dall’assonanza. Per “clericus” si intendeva allora coloro i quali frequentavano l’università cittadina di Oxford, già una delle più prestigiose dell’intero paese perché attiva ufficiosamente dal 1096 (anche se atti sulla fondazione ufficiale appaiono solo nel XIII secolo).
Una panoramica ancora più esaustiva dell’intero caso di studio ce la fornisce Manuel Eisner, responsabile del progetto nonché direttore dell’Istituto di Criminologia di Cambridge. Egli si esprime così in merito alla questione: “Una città universitaria medievale come Oxford aveva un mix micidiale di condizioni. Gli studenti erano tutti maschi e di solito avevano un’età compresa tra i quattordici e i ventuno anni. Si trattava di giovani uomini liberati dagli stretti controlli della famiglia, della parrocchia o della corporazione, e spinti in un ambiente pieno di armi, con ampio accesso ai locali dove vi era accesso a birra e alle prostitute”.
Eisner prosegue indicando altri “fattori scatenanti” riguardo la violenza studentesca inglese: “Oltre agli scontri tra città e città, molti studenti appartenevano a confraternite regionali, chiamate nazioni, un’ulteriore fonte di conflitto all’interno del corpo studentesco”. La storica Stephanie Brown invece interviene approfondendo l’aspetto giudiziario: “Non abbiamo prove che dimostrino che le giurie abbiano mentito intenzionalmente, ma molte inchieste saranno state basate sulle sole informazioni disponibili. In molti casi, è probabile che la giuria abbia indicato il sospetto giusto, mentre in altri questo potrebbe non essere accaduto”.
Per concludere la disamina dello studio, elenco una serie di freddi dati. In qualche modo essi possono essere una fonte d’ausilio per la comprensione della portata del fenomeno. La Oxford del XIV secolo rappresentava un centro di formazione studentesca veramente importante. Su una popolazione che rasentava gli 8.000 individui, quasi 2.000 erano studenti. Facendo un veloce calcolo statistico sulle stime fin qui sviscerate, si denota come il tasso d’omicidio coinvolgesse 75 abitanti ogni 100.000. Per intenderci, l’indice è di 50 volte superiore a quello medio delle principali città inglesi nel XXI secolo.