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Stilo foto castello Normanno

Rompere un assedio con una ricotta di latte materno: Il Castello normanno di Stilo e la sua leggenda

Nel cuore della Calabria, ai piedi del Monte Consolino, fra immensi abeti e faggi bianchi, si trova un piccolo paese. Il suo nome è Stilo, o Stilu, secondo la dicitura locale. Nel VI secolo la zona divenne possedimento dell’Impero romano d’Oriente; di quell’epoca restano meravigliosi pezzi d’arte, retaggio di una cultura raffinatissima. Fra questi si ricordi la Cattolica, una piccola chiesa bizantina a pianta centrale e di forma quadrata.

Stilo foto castello Normanno

Dopo i Romei, approdarono in terra calabra i Normanni. Non è un caso se parliamo di Castello Normanno di Stilo. La prima attestazione ufficiale risale al 7 maggio del 1093, giorno in cui il Conte Ruggero d’Altavilla fece una concessione a San Bruno. La leggenda che racconteremo si svolge proprio al suo interno, ma nell’anno 982. C’è qui una piccola discrasia che ci conferma il fatto che si tratta sicuramente di una leggenda e non di storia. Infatti all’epoca dell’assedio arabo, che tra breve racconteremo, il castello non esisteva ancora.

La leggenda inizia nell’anno 982 appunto, e il suo protagonista è il califfo arabo Ibrahim Ibn Ahmad. Partiva in quel momento dalla vicina Sicilia alla ricerca di nuove terre da conquistare e da sfruttare. Risalendo la Calabria si fermò proprio a Stilo e decise che quello era il suo obbiettivo. Da “Castello” lo avvistarono in tempo insieme alla sua armata e, su consiglio di San Giorgio, protettore di Stilo, la popolazione si mise al riparo all’interno dell’edificio stesso.

Stilo foto aerea castello

Il califfo Ibrahim notò subito che l’accesso al castello era difficilissimo: una sola strada vi giungeva ma era stretta a tal punto da consentire il passaggio di una sola persona alla volta. Nessun problema, il califfo decise di mandare al macello i suoi uomini e di tentare lo stesso l’assedio. In realtà la sua strategia fu più arguta e profonda. Non potendo conquistare la fortezza con la forza bruta, cercò di farlo con l’intelligenza. Andò per sfinimento, inibendo i rifornimenti alla popolazione tutta asserragliata all’interno del Castello.

I giorni passavano e le scorte di cibo terminarono rapidamente. Il Granduca di Stilo ebbe il colpo di genio: fece produrre una ricotta col latte materno di tutte le donne incinte presenti e la utilizzò come arma. La scagliò infatti sulle truppe arabe assedianti che demorsero. Pensavano infatti che se avevano abbastanza cibo da utilizzarlo come arma ne aveva anche altrettanto per sopravvivere ancora a lungo.

Stilo immagine castello

La parte più bizzarra della leggenda non è ancora questa però. Secondo il racconto infatti il Califfo Ibrahim Ibn Ahmad assaggiò quella ricotta e morì per la dissenteria sopravvenuta. Al suo posto andò il nipote Gabir che decise di ritirare l’assedio. Stilo era salva, almeno secondo la sua popolare e stravagante leggenda. Però potrebbe essere un’idea, in caso qualcuno vi cingesse d’assedio…