Finalmente, dopo due anni di lavoro da parte della Soprintendenza Speciale di Roma, emerge il Teatro di Nerone. La scoperta è molto importante poiché accompagnata anche da altri rinvenimenti successivi all’età Claudia e Medievali. Ciò perché in epoca medievale appunto si usava utilizzare i reperti antichi come materiale di costruzione o per abbellimento degli ambienti.
La ricerca e gli scavi sono stati dunque estremamente proficui. Emergono resti che vanno infatti dall’Età Repubblicana di Roma fino al XV secolo, segnalando appunto che si tratti di un lavoro fitto e ben svolto, con importanti reperti riportati alla luce.
Uno dei ritrovamenti principali è quello degli Horti di Agrippina, madre di Nerone. Gli Horti erano grandi ville con giardino costruite entro le mura delle città, ma in aree decentralizzate. Tale tipo di costruzione dà il nome ai nostri orti, poiché i contadini coltivavano in tali ville i prodotti per soddisfare il proprio fabbisogno e quello dei loro padroni.
Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma, sottolinea poi l’incredibile importanza del ritrovamento del Teatro di Nerone. Qui l’ultimo imperatore della gens Giulio-Claudia si allenava e si esibiva nelle sue orazioni o nei suoi canti. In effetti è noto che Nerone fosse abbastanza convinto delle sue capacità, tanta era la stima di sé da condurlo verso il narcisismo e l’autoesaltazione.
La direzione dello scavo era inizialmente in mano all’archeologo Renato Sebastiani, in seguito è passata ad Alessio De Cristofaro. Invece dello scavo effettivo se ne è occupata Marzia Di Mento, anche lei archeologa.
C’è da sottolineare anche il luogo dove lo scavo è avvenuto, ovvero Palazzo della Rovere. L’edificio cinquecentesco fece da sfondo durante i lavori e di sicuro creò la giusta atmosferica artistica. Ciò testimonia ancora una volta che la storia si trova ovunque e che è fondamentale cercarla e diffonderla. Noi ce la mettiamo tutta!