Un team di archeologi rappresentante l’Università Sapienza di Roma è venuta a capo di una particolarissima scoperta nei pressi di Povegliano Veronese, in Veneto. Il ritrovamento ha destato immediatamente l’attenzione di ricercatori e studiosi, in quanto si tratta di un unicum mai palesatosi fino ad oggi: lo scheletro di un presunto guerriero longobardo con una lama come protesi al posto del braccio amputato.
La scoperta archeologica vede come teatro la ricchissima necropoli longobarda di Povegliano Veronese, costituitasi tra il VI e l’VIII secolo d.C. Ci si potrebbe fare un’idea di ciò che successe al suddetto guerriero secoli e secoli fa. Eppure nessuna formulazione risulterebbe altrettanto spettacolare rispetto alla potenziale verità. Sembra infatti che l’uomo sia deceduto all’età di 40/50 anni, non proprio un giovincello considerando l’aspettativa di vita dell’epoca. Inoltre la causa della morte (sconosciuta) non sarebbe direttamente collegata alla protesi.
Ipotesi assolutamente plausibili, che ci dicono tanto sullo stile di vita di questo guerriero longobardo, in un momento storico non sempre limpido per quanto riguarda dettagli e curiosità. Chi recise il braccio dell’individuo, lo fece con certosina minuzia; ragion per cui la ferita si rimarginò perfettamente. Non solo, l’osso calcificò attorno alla protesi ferrea (cosa pericolosissima, ma ehi, i tempi erano quelli che erano).
Il guerriero di Povegliano Veronese si sarebbe rovinato completamente la dentatura a forza di stringere le stringhe della protesi, anche diverse volte al giorno. Insomma, per mantenere la lama al suo posto, l’adulto longobardo avrebbe sacrificato la salute dei suoi denti a tal punto da lasciare scoperta la polpa dentaria. Ciò gli avrebbe comportato, potenzialmente, micidiali infezioni…
Tra l’altro la modalità di sepoltura per il guerriero fu diversa. Perché mentre tutti i suoi simili andavano sotto terra con le braccia distese lungo i fianchi, con accanto le armi in posizione verticale, il nostro Capitan Uncino dell’Alto Medioevo presentò fin da subito il braccio destro piegato sul gomito, poggiato sul petto.
Ovviamente non si tratta dell’unica scoperta nella necropoli. Centinaia di corpi sarebbero riemersi, tra questi annoveriamo addirittura le ossa di un cavallo senza testa e di alcuni levrieri. E chissà cos’altro aspetta di vedere la luce da quelle parti…