Tra il basso Tirreno ed il canale di Sicilia si trova l’arcipelago delle Isole Egadi, splendide mete turistiche, bellezze naturali incommensurabili e pozzo senza fondo di reperti storici. Da poco infatti c’è stato un grande rinvenimento di reperti romani senza precedenti nell’area. Elmi, spade e molti altri oggetti sono stati recuperati dal fondale in attesa di restauro.
Partiamo però dalla storia e cerchiamo di capire perché tutti questi reperti giacevano sul fondale siciliano. Il 10 marzo del 241 a.C. si svolse la famosissima Battaglia delle Isole Egadi, tra romani e cartaginesi. I due popoli, in lotta da oltre 20 anni per il controllo del mediterraneo, arrivarono allo scontro finale proprio in tale porzione di mare, una delle tante contese.
La grande batosta subita dai cartaginesi li costrinse a chiedere una pace alla repubblica romana. Terminava così la Prima Guerra Punica, con la capitolazione cartaginese ed il trionfo romano. La storia poi ci racconta di una seconda guerra, e della definitiva sconfitta e distruzione di Cartagine.
Fu l’archeologo Sebastiano Tusa ad avere la geniale intuizione di attuare ricerche sottomarine nell’area, poi purtroppo prematuramente scomparso nel 2019. I rinvenimenti di poche settimane fa danno ragione allo studioso e portano alla luce: 15 elmi, 2 rostri, 20 paragnatidi (componenti dell’elmo romano che proteggevano guance e viso) e 100 monete di bronzo ed argento.
Queste ultime sono di particolare importanza perché, dopo 20 anni di ricerche, non vi erano ancora rinvenienti di monete argentee. Nelle ricerche di agosto invece emergono ben 7 monete di argento e molte altre di bronzo. Oltre ai reperti già citati, nel corso degli anni di scavi anche diverse anfore rivedono la luce grazie ai lavori dei subacquei.
I reperti si trovano ora presso un centro per il primo intervento di restauro a Favignana e sono già nelle sicure mani degli archeologi della Soprintendenza del Mare. Aspettiamo allora il restauro e l’esposizione, nel frattempo godiamoci la storia.