Tutti conosciamo, per un motivo o per un altro, l’ex presidente statunitense Richard Nixon, in carica dal 1969 al 1974. Non tutti però sanno che il 37° presidente americano è passato alla storia per un incidente abbastanza clamoroso (e no, non parliamo del Watergate).
Il nostro racconto è ambientato nell’ufficio del già citato protagonista, allora vice del presidente Eisenhower. L’oggetto attorno al quale ruota l’intera vicenda è un martelletto (come quello da giudice), ma non uno qualunque, bensì quello del Senato americano. Cosa ha di tanto speciale? Beh, oltre al valore simbolico, il martelletto in questione era d’avorio e vantava circa un secolo e mezzo di onorevole servizio.
Il martello aveva già allora un’origine incerta, a maggior ragione perché avvolta dalla leggenda. Si dice infatti che già John Adams (primo vice-presidente e secondo presidente USA) lo utilizzasse per richiamare l’ordine in Senato. In realtà sembrerebbe che il governo statunitense avesse acquistato il martello nella prima metà dell’800.
Quale che sia l’origine, a noi interessa il fatto che sia un qualcosa di storico e importante per il valore che rappresenta. Visto il livello di usura, nel 1952 il martello era stato rafforzato con due placche d’argento alle estremità. Forse già l’avete capito: non servirono a un bel niente.
Durante un acceso dibattito sulla questione nucleare, nel 1954 Richard Nixon prese il martello e lo utilizzò a dovere, forse troppo. Sì, perché l’oggetto, centrale per la simbologia istituzionale americana, si scheggio irrimediabilmente. E niente, Nixon aveva mandato in frantumi un secolo e mezzo di storia.
Ad onor del vero, poteva accadere a tutti; fa semplicemente ridere che sia accaduto ad un personaggio così controverso. Però voi volete il lieto fine, così vi lasciamo con questa chicca: l’attuale martello d’avorio che si utilizza nelle sessioni in Senato è un dono dell’India come segno d’amicizia. Si dice che il martello tremi ogni volta che sente la voce registrata di Nixon (forse questa ce la siamo inventata…).