Nella città turca di Diyarbakir, nell’Anatolia sud-orientale, un gruppo di profumieri ha pensato bene di riunirsi e mettere al servizio di un unico, grande e ambizioso progetto le loro notevoli conoscenze. Un gesto che ha permesso al mondo di riscoprire un profumo mesopotamico molto in voga all’incirca 3.200 anni fa.
Il profumo in questione, popolare in quella culla della civiltà che tanto ci piace studiare e conoscere man mano, nasce grazie all’utilizzo di piante endemiche della regione mesopotamica. Gli organizzatori dell’evento hanno esposto la selezione di fragranze nell’affascinante e suggestiva Chiesa di San Giorgio. Perché scegliere una città come Diyarbakir?
La risposta la troviamo tra le pieghe della storia. Città situata sull’Altopiano del Kurdistan, per via della sua posizione commercialmente strategica Diyarbakir ha rappresentato fin dai tempi più antichi un centro mercantile di notevole importanza. Fu una delle principali città ad essere attraversata dalla cosiddetta Via dei Profumi, anche per via della cultura olfattiva che si era plasmata nei secoli, anzi, nei millenni.
Diyarbakir mantenne la stessa centralità economica e commerciale durante il fiorire di diverse civiltà, come quella sumera, ittita, babilonese e assira. Da tappa della via carovaniera si trasformò in città produttrice di fragranze e profumi, i quali viaggiavano tanto verso est quanto verso ovest, coinvolgendo grandi imperi e paesi lontani; leggasi India, Cina, ma anche penisola arabica, Egitto, Siria, Grecia e Roma. Tornando al presente, snoccioliamo qualche curiosità sul profumo a cui vi abbiamo introdotti.
Il particolare profumo mesopotamico che ricrea la fragranza di 3.200 anni fa prende il nome di Nisaba. Nome dedicato ad una delle più antiche divinità sumere conosciute. Proprio come nell’antichità, i profumieri hanno imbottigliato l’essenze in speciali contenitori di vetro e ceramica. Un esperto del settore, ovvero il Dottor Cenker Atila, ha supervisionato l’intera operazione, riportando la validità del processo.
Naturalmente il progetto ha comportato un vasto lavoro di ricerca storica, attraverso l’analisi di antichi metodi di produzione ed estrazione dell’effluvio. L’adattamento alle tecniche di laboratorio è stata una ovvia conseguenza del compito. Anche identificare le piante che millenni fa servivano da base per la creazione delle essenze non è stato affatto facile. Alla fine però creare Nisaba è divenuto possibile. Un progetto che non termina qui – i profumieri vogliono infatti portare avanti la riproposizione di antiche fragranze perdute. La voglia c’è, la conoscenza anche!