Nella contea del nord dell’Inghilterra di Cumbie, più precisamente a Carlisle, avviene un ritrovamento eccezionale. La particolarità più peculiare è che gli scavi si trovano nei pressi del Carlisle Cricket Club, ovvero all’interno di un campo di cricket. Ma cosa emerge dal terreno? Si tratta di un rarissimo pigmento di età romana, risalente a ben 2.000 anni fa.
La storia di oggi ha un prodromo importante nel 2017. In questa data avvenne la scoperta, nel sito che oggi ci riguarda, di uno stabilimento balneare romano vecchio di oltre due millenni. Inutile specificare che da allora, fino ancora ad oggi, continuano le scoperte archeologiche ed i lavori di restauro.
Ben oltre 2.000 reperti giacevano nascosti sotto il campo sportivo, e rischiavano di rimanerci ancora a lungo. Ma quello di oggi è il ritrovamento più importante, perché? Si tratta di una rara tintura creata grazie alla bava di lumache marine, di colore violaceo, che serviva a colorare i vestiti delle élites romane più agiate. Unica, per ora, ritrovata in Inghilterra.
Cosa lo rendeva così importante e raro? Pensate che, secondo l’archeologo Frank Giecco, per formare il quantitativo ritrovato (circa 2 g) grande quanto una pallina di ping-pong, ci voleva la bava di ben 12.000 lumache marine. Un quantitativo spropositato che ci fa capire quanto lavoro e quanti soldi richiedesse produrre questo particolarissimo colore. (L’immagine in alto restituisce parte della sua bellezza mozzafiato).
Proprio attraverso le parole di Giecco otteniamo altri importanti elementi. Sappiamo che il pigmento in questione valeva più dell’oro e che sia la pesca che la lavorazione dei molluschi marini richiedeva tempistiche molto dilungate. Inoltre, questo colore, dice l’archeologo, era usato anche nei dipinti murari greci e romani.
Dopo lunghi studi ed analisi, si è arrivato in questi giorni ad identificare il colorante. Parliamo di Tyrian viola, che si trovava mescolato con la cera d’api per meglio conservarsi. Direi che l’espediente funzionò benissimo, e noi ne siamo grati, dato che dopo oltre 2.000 anni ancora ne possiamo godere appieno.