21 giugno – 22 ottobre del 1999; questi gli estremi cronologici di una partita di scacchi disputatasi fra Kasparov e il mondo intero. Un evento (quasi) senza precedenti, come è facile immaginare, dal risvolto sorprendente, almeno per chi – come il sottoscritto – non fa colazione con pane, regine, alfieri e torri. E se può sembrare una folle pagina di storia contemporanea, è perché, ragionandoci un po’ su con un minimo di criterio, lo è davvero!
Garri Kasparov è considerato all’unanimità come uno dei più grandi scacchisti di sempre. Per 15 anni, dal 1985 al 2000, ha detenuto la carica di campione del mondo. Un’ascesa a livello globale avvenuta quando lui di anni ne aveva solo 22 e la Russia era ancora il centro della galassia sovietica. Su Kasparov si potrebbe dire davvero molto: che è nato da padre ebreo e madre armena a Baku, capitale dell’allora Repubblica Socialista Sovietica Azera o che imparò a giocare a scacchi quasi prima di andare a scuola, all’età di 6 anni.
Un simile talento si affermò precocemente e altrettanto precocemente ottenne il già citato riconoscimento globale. Oggi tuttavia è mia intenzione raccontarvi una partita di scacchi in particolare, che Kasparov disputò tra l’estate e l’autunno del 1999. L’idea fu sua, a quanto si dice: perché non sfidare il mondo intero? Cercò e trovò immediatamente l’intesa con Microsoft, l’unica al tempo a poter dare concretezza all’iniziativa.
L’azienda fondata da Bill Gates e Paul Allen avrebbe fornito il “supporto logistico” dell’intera partita, che si sarebbe svolta secondo determinate regole. 50.000 gli sfidanti, provenienti da 75 paesi diversi, che avrebbero agito solo previa votazione. Il World Team (nome ufficiale scelto per l’occasione) poté usufruire di quattro “esperti consulenti”, i giovani ma già affermati scacchisti Étienne Bacrot, Florin Felecan, Irina Krush ed Elisabeth Pähtz. Essi avrebbero potuto suggerire delle mosse durante la partita con Kasparov.
La cadenza con la quale vennero rese pubbliche le mosse fu abbastanza rapida per una partita dalla simile portata. Le mosse di Kasparov venivano pubblicate ogni 48 ore, mentre il resto del mondo aveva 24 ore di tempo per rispondere. Per facilitare le operazioni di comunicazione fra i 50.000 partecipanti, Microsoft mise a disposizione quella che in gergo tecnico è chiamato BBS, una sorta di sistema telematico in grado di catalizzare tutte le interazioni dei partecipanti, così da favorire la compartecipazione istantanea all’evento. Non che il BBS (acronimo di Bulletin Board System) fosse una novità negli anni ’90, perché già sviluppato due decenni prima.
Il Grande Maestro Daniel King, anche lui eccelso scacchista di fama mondiale, accettò la richiesta di commentare la partita e talvolta fornì dei validi suggerimenti al World Team. Tre milioni di visitatori seguirono con attenzione l’incedere della partita. Alla fine vinse Kasparov, con ben 62 mosse. Questo il commento con cui il Gran Maestro ha chiosato l’esito della partita:
«È la più grande partita nella storia degli scacchi. Il semplice numero di idee, la complessità e il contributo che ha dato agli scacchi la rendono la più importante partita mai giocata».