«Giunto Belloveso fra gli Insubri e avendo determinato di fondarvi una città elesse sette de’ suoi che consultassero gli oracoli degli Dei, principalmente per sapere in qual parte ne gettasse i fondamenti e qual nome le dovesse imporre. Dicesi che la risposta fosse in questi o simili sensi. Una porca di lana ricoperta segni il principio alla cittade e il nome. Intesa la volontà de’ Numi e trovatasi una porca col tergo vestito di lana, in quel luogo istesso cominciossi a fondare la città che quindi nominossi». Così Andrea Alciato, noto giurista milanese del XVI secolo, ricondusse ad una leggendaria Scrofa semilanuta e al principe Belloveso, la fondazione di Mediolanum, appunto Milano.
Una leggenda riportata a più riprese nelle cronache medievali, la quale trae apertamente spunto dalla già nota tradizione di Tito Livio. Secondo questa versione, a fondare la città lombarda sarebbe stato il celta Belloveso. Dopo aspri combattimenti con le popolazioni etrusche insediate al centro della Pianura Padana, il principe sognò una dea. Questa si incarnò in una Scrofa dal dorso lanoso, nell’atto di indicare il luogo in cui sarebbe poi sorta Milano.
A riprova della centralità dell’animale nella predica della leggenda ci sarebbe proprio il nome, ovvero Mediolanum – riferito al pelo inusuale della scrofa, in medio lanae. Quella riportata da Andrea Alciato durante la prima metà del Cinquecento è una delle tante leggende fondative della città meneghina. Resta il fatto che la Scrofa semilanuta sia rimasto il simbolo cittadino fino all’età comunale. Perché poi vide il proprio “primato” essere scavalcato dal biscione dei Visconti.
Ma la bellezza delle nostre città è proprio questa: ogni strada, piazza o edificio trasuda storia secolare, in alcuni casi millenaria. In Piazza Mercanti, una volta centro cittadino di Milano, su uno dei capitelli dello splendido Palazzo della Ragione, si può riscontrare il bassorilievo dell’animale fin qui descritto.
In realtà il bassorilievo sarebbe più antico. Durante gli scavi per la costruzione del Broletto (altro nome del palazzo) datati 1233, gli operai trovarono il masso con il bassorilievo. Essi decisero di incastonarlo su uno degli archi portanti. Tuttavia non è solo Piazza Mercanti a ricordare la Scrofa semilanuta.
Altri riferimenti si possono trovare altrove. All’interno della corte di Palazzo Marino; sul porticato del Palazzo dei Giureconsulti; sulla Loggia degli Osii, dove è raffigurata un’aquila che stringe con gli artigli una scrofa – serviva a ricordare come Milano fosse feudo imperiale. Una curiosità che non tutti conoscono e che in molti ignorano. Se pensavate che il biscione, la Madonnina del Duomo e Meneghino fossero i soli simboli del centro lombardo, ecco, adesso avete uno strano animale da aggiungere alla lista.