Per quel che ci dice Pausania il Periegeta (110 d.C. – 180 d.C. circa), l’antica città sull’isola di Salamina nel II secolo dopo la nascita di Cristo versava in condizioni di assoluta desolazione e precarietà. Lo storico greco indica come, di quella splendida polis che fu un tempo, restava solamente un mercato, un tempio ed una statua in ebano raffigurante l’eroe Aiace, figlio e principe di Salamina stessa. Correlato alla sua figura è il ritrovamento archeologico di una preziosa stele di marmo. Ma procediamo con ordine.
Da diversi anni team di studio e archeologia lavorano sul territorio della più estesa tra le isole Argo-Saroniche. Essi sono alla ricerca di quel passato classico di cui gli autori antichi ci parlano. Nell’ambito di questa ricerca, già nel 2021 si è annunciata la scoperta di una diga che assolveva a sistema di fortificazione cittadino. In questo 2023 invece, una squadra di esperti subacquei ha riportato alla luce un enorme edificio circolare. Questo probabilmente fungeva anche da passaggio coperto, chiamato stoà.
Lo spazio attorno al quale si sviluppava la stoà era pubblico e quindi immaginiamo un mercato, o comunque una piazza centrale. Nel dettaglio, la struttura rinvenuta a Salamina è larga 6 metri per 32 di lunghezza. Gli addetti, pur scovando un totale di sette stanze interne alla stoà, non hanno potuto (a causa di danni strutturali) esplorarle tutte.
A costo di essere ripetitivi, vogliamo sottolineare come si tratti di un grande edificio sommerso – non in acque profonde è vero, ma pur sempre sommerso. Una veloce indagine sui manufatti ritrovati ci conduce alla “ciliegina sulla torta” dell’intera vicenda: una lastra marmorea, in origine parte di un più corposo bassorilievo, che raffigura un uomo in procinto di essere incoronato. Il futuro sovrano è esposto, mentre dell’uomo che cinge tra le sue mani la corona notiamo esclusivamente le braccia (o meglio, un braccio vigoroso che copre l’altro).
Prima di saltare a conclusione dobbiamo specificare una cosa: non è detto che tutti i reperti ritrovati all’interno della stoà siano “originari” della struttura stessa. Nell’arco di due millenni circa la marea potrebbe aver fatto incagliare diversi oggetti tra le pareti dell’edificio. Ma sulla stele di marmo non sembra esserci dubbio (anche perché rinvenuta tra le fondamenta dell’antico passaggio coperto). La considerazione degli esperti, prontamente condivisa dal Ministero della Cultura greco, collega quel braccio forzuto alla figura dell’eroe Aiace. Egli, ricordiamolo, combatté di fronte alle invalicabili (almeno si pensava) mura di Troia.
Concludiamo formulando a nostra volta un pensiero, figlio di una disamina dei lavori di Pausania. Salamina nell’antichità classica fu senz’altro un territorio di estrema importanza e centralità simbolica, oltre che strategica. Basti pensare alla guerre persiane (499 a.C. – 479 a.C.) e, nello specifico, alla battaglia navale di Salamina (480 a.C.) con la quale i greci vendicarono la disfatta delle Termopili, sconfiggendo Serse I. Ecco, il Periegeta ci parlò di quei fasti ed oggi possiamo dargli credito proprio grazie a queste scoperte archeologiche.