Pietro il Grande, o Pietro I, rappresenta uno dei sovrani più incisivi nella storia della Russia. Egli assunse direttamente il potere nel 1696, divenne il primo imperatore russo nel 1721. Regnò fino al 1725, anno della sua morte. Fin da subito Pietro il Grande si pose il problema di modernizzare il paese e di renderlo una potenza capace di affacciarsi sullo scenario internazionale in una posizione dominante. A tal fine effettuò un lunghissimo viaggio alla volta di molti paesi europei, per studiare nuove e più efficienti strutture produttive e organizzative.
Una volta tornato in Russia, Pietro il Grande aveva avuto modo di conoscere appieno un universo di meccanismi statali completamente diverso. La sua patria gli appariva barbara e tremendamente retrograda. Rese la Russia uno stato moderno, sull’impronta di quanto aveva visto. Sotto di lui nacquero governatori altamente specializzati, dediti al controllo fiscale e giudiziario del territorio: un paese così tremendamente vasto come la Russia aveva un assoluto bisogno di una razionalizzazione amministrativa. Inoltre, si dedicò personalmente all’istituzione di un senato di nove membri, di modo che fornissero ausilio all’opera di governo.
L’energica attività di Pietro il Grande non si limitò solamente a riformare l’amministrazione. Anche i costumi e l’atteggiamento dell’aristocrazia russa andavano europeizzati. Di ritorno dal suo “gran tour”, l’aspetto dei nobili russi non doveva avergli fatto di certo una bella impressione! Abituato com’era all’aristocrazia europea, così sofisticata e attenta all’estetica, inorridì alla vista degli sciatti caffettani e delle barbe lunghe dei boiardi russi. Decise dunque che i nobili dovevano vestirsi all’europea e rasarsi quotidianamente. Sembra addirittura che in certe occasioni fosse lo stesso Pietro a presentarsi davanti ai nobili monito di forbicioni e rasoio.
Il sovrano si impegnò anche sul versante economico. Sebbene incentivasse l’iniziativa privata, fu lo Stato a intervenire direttamente nell’economia. Egli puntò a industrializzare gli Urali, dando un forte impulso all’attività estrattiva e metallurgica. Un’altra importantissima novità fu l’adozione del calendario giuliano. Fino a quel momento, la Russia seguiva il calendario bizantino, che partiva dalla presunta data della creazione della terra. Se l’obiettivo era rendere la Russia la più grande potenza dell’Europa orientale, risultava più che bizzarro che nel resto del mondo si festeggiasse l’inizio del 1700, mentre in Russia era il 7208… Così, per decreto fece in modo che il calendario russo si allineasse a quello europeo.
Ecco un altro grandissimo desiderio di Pietro il Grande: assicurarsi uno sbocco sul mare. Questa mira lo portò a scontrarsi con l’Impero ottomano, con cui rivaleggiava per il controllo del Mar Nero, e con la Svezia, che invece non era disposta a cedere il Mar Baltico. Egli uscì vittorioso dalla guerra con il sovrano svedese Carlo XII, conquistando Ingria, Carelia ed Estonia, e nel 1703 fondò San Pietroburgo sulle coste del Baltico. La fondazione di questa città è sicuramente uno dei lasciti più leggendari del regno di Pietro Il Grande.
Prendendo spunto da alcune città europee, come Venezia e Amsterdam, San Pietroburgo doveva rappresentare la perfetta città occidentale, un omaggio ideale allo stile europeo. La realizzazione di questo progetto significava lasciarsi alle spalle il provincialismo e l’ignoranza del regno moscovita, incarnato principalmente nella medievale Mosca. Dunque, San Pietroburgo non diventava solo la capitale dell’Impero, ma istituiva l’inizio di una nuova era per il popolo russo. Nonostante siano stati in molti a criticarla, poiché veniva spesso considerata una città aliena ed estranea ai valori tradizionali russi, San Pietroburgo testimonia indubbiamente la portata della trasformazione che Pietro il Grande riuscì a imprimere nel paese.