Il mito dell’El Dorado non ha mai finito di stupire. Sono diversi secoli ormai in cui uomini provenienti da tutto il mondo cercano la città d’oro perduta chissà dove, chissà quando. Percy Fawcett, archeologo e ricercatore inglese operativo a cavallo tra XIX e XX secolo, non fa eccezione.
Fawcett dedicò la sua vita alla ricerca della cosiddetta città perduta di “Z“. Un chiodo fisso che lo condusse alla perdizione, all’ignoto, infine al mistero. Procediamo per gradi. Classe 1867, Fawcett nasce in Inghilterra, a Torquay, nel Devonshire. Il padre di Percy faceva parte della RGS (Royal Geographical Society), un dettaglio non da poco, visto che il figlio ripercorse le stesse orme.
Nel 1901 anche Fawcett figlio entrò a far parte del circolo geografico inglese, partecipando a delle spedizioni in Sudamerica, soprattutto in Bolivia. In questi primi viaggi, l’archeologo scrisse dei resoconti dettagliati sulla strana fauna e flora incontrata. Cose mai viste prima, come cani dalla doppia narice o anaconde di 19 metri, si pararono di fronte agli occhi del nostro curioso britannico.
Prima dello scoppio della guerra si rese protagonista di alcune fondamentali scoperte geografiche, mappando la sorgente del Rio Verde e conoscendo diverse tribù native al confine tra Perù e Bolivia. Combatté nelle Fiandre come ufficiale d’artiglieria fino al 1918, salvo poi tornare nell’America del sud per la sua ricerca personale. Questa nel tempo si era evoluta nel reperimento di informazioni riguardo un’antica città perduta nel Brasile occidentale, tra le foreste del Mato Grosso: la città di “Z”.
Percy Fawcett, suo figlio Jack e un suo caro amico partirono per la loro ultima spedizione nel 1925. Nonostante la lunga esperienza di viaggio, nonostante le abilità del team a disposizione, I tre si persero nella foresta amazzonica. Di loro non si ebbe più alcuna traccia. Il mistero, che ancora oggi interessa appassionati di tutto il globo, iniziò allora. Si pensa che il trio ebbe un’incidente grave o che morirono nella foresta per cause naturali.
Un uomo di nome Orlando Villas-Boas disse di aver ritrovato le ossa di Fawcett, confermando le ipotesi sul suo assassinio eseguito dalle tribù locali ostili all’uomo bianco. In realtà le ossa non corrisposero all’identità dell’esploratore. Nessuno ad oggi conosce la verità, ma ciò che affascina di più, almeno dal nostro punto di vista, è che recenti studi hanno reso plausibile l’esistenza di un’antica città nascosta nella giungla tra Bolivia e Brasile. La città di Z potrebbe esistere. Fawcett (forse) aveva ragione.