Ok, forse il nome di Pedro Páez Jaramillo non vi dirà assolutamente un bel niente, ma sappiate che egli riuscì in un’impresa in cui invece fallirono i vari Cesari romani, re Ciro di Persia e suo figlio Cambise, ma anche lo stesso Alessandro Magno che, come ben sappiamo, toccò i confini del mondo allora conosciuto. Quale impresa? Semplicemente raggiungere le sorgenti del Nilo Azzurro.
Ora, piccola nota tecnica, per non dire di contesto: al momento in cui si svolge la nostra storia, si credeva che il Nilo Azzurro fosse il principale affluente del noto fiume Nilo, mentre il Nilo Bianco non era tenuto troppo in considerazione. Detto ciò, comprendiamo bene il perché della determinazione di Pedro Páez nel voler risalire il fiume fino alla sua sorgente.
Pedro Páez Jaramillo nasce nel 1564 ad Olmeda, cittadina della comunità madrilena. La sua è una formazione accademica eccelsa. Ordinato come gesuita, raggiunge l’India nel 1589, anche se il suo scopo è ben diverso. Quest’uomo ha in mente la leggenda del Nilo Azzurro e vuole vedere con i suoi occhi quello che i grandi uomini della storia non sono riusciti a vedere. Il gesuita parte alla volta dell’Etiopia.
Il primo viaggio non fu certo un successo, visto che dei banditi turchi lo catturarono e lo tennero prigioniero per 6 anni, fino al 1895. La corona spagnola pagò il suo riscatto e Páez torno a Goa. Chiunque, dopo 6 lunghi anni di prigionia per aver tentato di raggiungere l’Etiopia, avrebbe gettato la spugna…Chiunque ma non il nostro testardo missionario. Egli ripartì alla volta del continente africano, raggiungendo Massaua.
Qui ebbe fortuna (almeno una volta nella vita) presso la corte etiope, anche per via delle sue vaste conoscenze. Páez si fece un nome e divenne consigliere di ben due imperatori etiopi. Approfittando della sua posizione, chiese ed ottenne il permesso di risalire il Nilo Azzurro fino alla sorgente, ovvero il lago Tana (luogo sacro, perciò irraggiungibile per gli stranieri).
L’obiettivo della sua vita era stato portato a termine, una bellissima soddisfazione. Peccato che dopo qualche secolo si scoprì come il “primo” e più misterioso affluente del Nilo fosse la sua controparte “bianca”. Ma poco importa, Pedro Páez Jaramillo ci insegna che la testardaggine, a volte, può essere un enorme vantaggio, se utilizzata a dovere.