Soffriamo, in silenzio, per lo splendore che fu. Soffriamo, senza poter fare nulla, per una città in grado di meravigliare i suoi (innumerevoli) visitatori nel corso dei secoli. Palmira, quella che una volta non a torto veniva chiamata la “Sposa del Deserto”, oggi resta un sito archeologico di primaria importanza, ma profondamente danneggiato dalla scure dello Stato Islamico tra il 2015 e il 2016.
Nostra intenzione è quella di ricordare il passato di Palmira raccontandovi cosa la rese così grande e importante nell’antichità. La storia dell’odierna Tadmor inizia all’incirca nel II millennio a.C. Allora si trattava di un checkpoint nella rete commerciale che collegava la Mesopotamia alla bassa Siria. Citata negli archivi assiri, del suo passato non si sa più nulla fino alla “dominazione” dei Seleucidi nel IV secolo a.C.
Palmira, sebbene sotto formale controllo Seleucide, nell’atto pratico divenne una città indipendente. Una libertà che le permise di fiorire come polo carovaniero. La Siria divenne provincia romana nel 64 a.C. ma Palmira mantenne quella sostanziale autonomia per la quale continuò il suo periodo di “espansione” commerciale. Si trattava di un vero e proprio fiore nel deserto, rinomata per le sue ricchezze e la sua straordinaria bellezza (tanto che Marco Antonio provò a saccheggiarla, fallendo).
La città sotto l’egida romana crebbe, anche e soprattutto da un punto di vista urbano e architettonico. Teatri, templi, strade, luoghi pubblici ed istituzionali sorsero come funghi nel giro di qualche decennio. Quando sul posto giunse nel 129 quel giramondo di Adriano proclamò la Sposa nel Deserto città libera, cambiando il nome in Palmira Hadriana. Il florido centro urbano, sebbene situato in una zona strategica rilevante, non fu mai coinvolta direttamente dalle infinite guerre romano-partiche.
Le vicende del “governatore” romano Odenato e sua moglie Zenobia (che approfondiremo un domani) condurranno addirittura Palmira a costituirsi come regno autonomo, anzi, come Impero! Ciò durante i difficili anni del III secolo, momento in cui Roma viveva una costante destabilizzazione. La situazione rientrò sotto Aureliano, il quale riprese il controllo della Sposa del Deserto. Da qui facciamo un grosso e frettoloso salto, perché col tempo Palmira perse centralità e rilevanza strategica.
I romani continuarono a mantenere il territorio di Palmira, anche se sotto le vesti di Costantinopoli. L’avanzata musulmana travolse la città delle palme, anche se sotto il dominio arabo Palmira non replicò mai lo splendore precedentemente raggiunto. Nel XVIII secolo si riscoprirono i resti dell’antico centro siriano, attirando l’attenzione internazionale. E poi, dopo millenni, arriva il 2016…