Ogni cosa genera il suo opposto, è una legge universalmente valida, nella vita come nell’arte. Lo stesso si può dire dell’espressionismo, movimento d’avanguardia nato negli anni venti del secolo scorso in Germania. Si trattò di una risposta forte all’impressionismo ed al naturalismo. Fu influenzato da artisti di spicco come Gauguin, Van Gogh e dal movimento del fauvismo, oltre che da Munch ed Ensor.
Dalla terra tedesca il movimento trovò terreno fertile nella vicina Austria. Qui i principali autori a incarnarne gli ideali furono Oskar Kakoschka ed Egon Schiele. Questi si lasciarono alle spalle un linguaggio raffinato e quasi delicato per rappresentare al meglio le paure che affliggono l’inconscio umano, per dargli espressione.
Prendiamo in analisi Kakoschka, che nacque a Pöchlarn, in bassa Austria nel 1886. Fu anche scrittore drammatico, autore e scenografo. Da giovane studiò alla Scuola d’Arte e Mestieri di Vienna e subito si affermò per le sue incredibili doti artistiche. Le sue prime opere furono nature morte e ritratti. Le sue pennellate si riconoscevano, erano quelle di un’artista di successo, erano quelle del predestinato.
Ciò che più lo caratterizzò furono altri tipi di opere d’arte, da un punto di vista più lontano e con una visuale più vasta. Le sue vedute cittadine e paesaggistiche lo contraddistinsero subito. Fece infatti numerosi viaggi, come molti dei suoi colleghi. Dal cuore dell’Europa raggiunse l’Africa Settentrionale e molti altri paesi europei. In ognuno di questi disegnava capolavori artistici che rappresentavano ciò che vedeva.
I suoi occhi osservavano, la sua mente metabolizzava ed elaborava, la sua mano indomita regalava arte. Ma c’era un nemico potente, che paralizzava mezza Europa e parte del mondo. Il nazionalsocialismo lo perseguiva e dovette riparare prima in Inghilterra e, dopo la fine della guerra, in Svizzera. Ciò gli rese la vita più complicata, ma non fermò di sicuro la sua arte.
Fra le sue principali opere, alcune delle quali mostrate nelle immagini soprastanti, ricordiamo quelle rappresentanti: Amsterdam, Dresda, Praga, Bacino di San Marco, Firenze e moltissime alte di stampo naturalistico anziché urbanistico. Ciò non ci deve far dimenticare, né passare in secondo piano, le altre numerose opere espressionistiche di altra natura e di altro carattere, ma con il suo tratto distintivo e con la bellezza di sempre.