No, non è la trama di un nuovo film, ma quanto trovato realmente a Corinto, in Grecia. Qui, infatti, un archeologo ha riportato alla luce i resti di una prigione romana. E già di per sé questa sarebbe una scoperta notevole visto che, finora, sono state trovate pochissime prigioni romane. Non che non ce ne fossero: doveva essercene almeno una in ogni città corredato da l foro, la piazza centrale. Solo che i resti archeologici delle prigioni sono molto difficili da identificare: si hanno pochissimi dati su come fosse fatta una prigione romana e su dove fosse ubicata.
L’oscura prigione romana e l’invettiva dei carcerati
Ma non finisce qui. Quello che rende particolare questa scoperta sono le invettive di diversi prigionieri trovata all’interno della prigione medesima e diretta contro i suoi carcerieri. La prigione in questione risale a circa 1.600 anni fa, quando l’Impero Romano controllava la zona e quando molte persone si erano convertite al Cristianesimo.
In un sito gli archeologi hanno trovato un pavimento un graffito che recitava suppliche in greco del tenore di “Possa prevalere la fortuna di coloro che soffrono in questo luogo senza legge. Signore, non mostrare pietà a colui che ci ha gettati qui”. Il pavimento presenta diverse crepe e non si sa ancora se effettivamente qui sorgesse la prigione o se il pavimento sia stato spostato in un secondo momento.
Tuttavia Matthew Larsen, l’archeologo che ha scoperto il sito, è sicuro che qui sorgesse la prigione. Questo perché tutte le invettive e le suppliche erano scritte dentro le crepe, il che vuol dire che quando il pavimento è stato posato, c’erano già delle crepe sulle quali i prigionieri avevano scritto le loro suppliche.
Trovati anche i resti di alcune brocche e lampade: probabilmente servivano per dare un po’ di acqua e luce ai prigionieri. Presente anche una piccola latrina in una delle stanze, ma non si sa se ad uso dei prigionieri o delle guardie.
Un’altra scritta recita “Signore, ripaga la punizione inflitta da Marinos, colui che ci ha gettati qui e qui ci ha fatto trascorrere l’inverno”. Secondo Larsen, questo era un posto assai freddo in inverno.
Alcune scritte riportano raffigurazioni di tavoli da gioco, il che suggerisce che i prigionieri potrebbero aver giocato a qualche gioco per far passare il tempo. Altre scritte, invece, contengono suppliche per il rilascio di alcuni prigionieri: “Signore Dio e Giustizia, riscattate a questo luogo i due fratelli. Cristo, proteggi sia Boudis che Giovanni”.
Un’altra iscrizione, invece, forse allude alle amanti dei prigionieri: “Qui prevale la fortuna delle belle ragazze che amano gli uomini non sposati”. Mentre un’altra ancora chiede vendetta nei confronti dei carcerieri: “Signore, falli morire di una morte orribile”.