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Orazi e Curiazi, storia o leggenda dell’antica Roma?

Antiche reminiscenze scolastiche ci riportano alla mente il duello fra gli Orazi e i Curiazi. Ma vi siete mai chiesti quanto di storia e quanto di leggenda ci fosse dietro queste figure leggendarie dell’antica Roma? Beh, non è facile a dirsi.

La leggenda degli Orazi e dei Curiazi

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Crediti foto: @Public domain

Quanto c’è di vero nella leggenda? Perché è indubbio che qualcosa ci debba essere alla base, anche se poi la vicenda, come in molti di questi casi, è stata ingigantita e abbellita nel corso dei secoli.

Effettivamente, ci sono testimonianze risalenti all’epoca di Augusto che sostengono come, su una colonna del Foro, fossero state appese le spoglie dei Curiazi (ops, spoiler: sì, vincono gli Orazi). Esiste poi un Mausoleo degli Orazi lungo la via Appia. E ancora: ad Albano Laziale c’è un sepolcro risalente al tardo periodo della Repubblica chiamato degli “Orazi e Curiazi”, ma i ricercatori pensano che sia in realtà la tomba di altre persone.

Quello che c’è di vero è che, durante la guerra fra Roma e Alba Longa, Tullo Ostilio, il re di Roma, catturò e condannò allo squartamento il re di Alba Longa, Mezio Fufezio. Quindi sappiamo per certo che Alba Longa perse e che il suo re defunse a seguito di cotale sconfitta.

Per quanto riguarda la leggenda, invece, se stiamo a sentire la versione raccontata da Tito Livio, ecco che durante il regno di Tullo Ostilio, scoppiò una terribile guerra fra Roma e Alba Longa. Il problema, però, è che tramite Romolo, le due città avevano in comune la sacra discendenza. Dunque una guerra del genere era considerata empia. Così Tullo Ostilio, re di Roma e Mezio Fufezio, re di Alba Longa, decisero che le sorti del conflitto si sarebbero decise con un duello, con tre combattenti per parte.

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Crediti foto: @Rijksmuseum, CC0, via Wikimedia Commons

Roma scelsero gli Orazi, tre fratelli che erano figlio di Publio Orazio. Alba Longa, invece, optò per i tre gemelli Curiazi. Il duello previsto era con la spada. Lo stesso Tito Livio, però, non è ben sicuro quale terzetto fosse romano. Gli storici dell’epoca, a volte, forniscono versioni discordanti, così Tito Livio decise di seguire la maggioranza: gli Orazi erano romani, i Curiazi no.

Inizia così il duello e, praticamente subito, due Orazi sono uccisi. Non certo un inizio sfolgorante per Roma, visto anche che due dei Curiazi riportarono solo ferite leggeri. Il terzo Orazio si rese così conto che da solo non poteva affrontare tre rivali e decise di ricorrere all’astuzia.

Fingendosi in difficoltà, scappò verso Roma. Il suo piano era semplice: i Curiazi, ovviamente, lo avrebbero inseguito, ma correndo a velocità diverse visto che due di loro erano feriti in maniera differente. Così un solo nemico per volta avrebbe raggiunto l’Orazio superstite.

Il primo fu quello ancora in salute. Il Curiazio raggiunse l’Orazio in fuga, ma questi si voltò all’improvviso e lo trafisse a sorpresa. L’Orazio ricominciò così la sua corsa, raggiunto dai Curiazi superstiti che uccise uno per volta, visto che fra ferite e sfinimento dovuto all’improvvisa maratona non erano certo al top della forma.

Quindi vittoria per Roma, con Alba Longa che fu costretta ad abbozzare e a sottomettersi a Roma e re della città condannato a morte per squartamento tramite cavalli. Ma la storia non finì certo qui.

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Crediti foto: @José Luiz Bernardes Ribeiro

Tornato a Roma, l’Orazio superstite si trovò di fronte all’inferocita sorella Camilla Orazia. Costei avrebbe dovuto sposare uno dei Curiazi uccisi e dunque, inviperita come non poche per aver visto sfumare il matrimonio, iniziò a rimproverare il fratello con violenza, accusandolo dell’omicidio del futuro consorte (la sorella deve aver tralasciato convenientemente il fatto che il duello non era stato voluto né dagli Orazi, né dai Curiazi, ma bensì dai governanti delle rispettive città. E tralasciato anche il fatto che da un duello del genere o avrebbe perso il fratello o il futuro marito).

A questo punto, però, l’Orazio decise di optare per una strategia che potremmo definire un tantinello estrema. Per far tacere la sorella sempre più infuriata, la uccise. Diciamo che, forse, la dinastia degli Orazi non brillava per affetto famigliare.

L’Orazio dovette così purificarsi passando sotto il giogo del Tigillum Sororium. Da quel momento in poi si dice che i Romani, ogni 1 ottobre, festeggiarono ideando una sorta di rito di purificazione per i soldati.

Un’ultima chicca. Alcune versioni successive della leggenda, probabilmente nel tentativo di creare una trama ancora più intricata di questa storia (forse per opera di qualche antenato degli sceneggiatori di Beautiful, ma questo non lo sapremo mai), decise che Sabina, una delle sorelle dei Curiazi, nativa di Alba Longa, ma romana poi d’adozione, dovesse essere la moglie di Marco Orazio.